Enel, dopo aver devastato il territorio con una comprovata concausa sugli effetti della salute dei cittadini delle province di Brindisi e Lecce mette a rischio infortuni mortali quei pochi dipendenti che ormai son rimasti non facendo fare le opportune manutenzioni.
E’ quasi quotidiana la segnalazione che la Uilm riceve dai propri iscritti che operano, o meglio dire stazionano all’interno della centrale a carbone Federico II, ma la cosa ancor più grave è che da diversi anni la Uilm ha segnalato ai responsabili della centrale il rischio sicurezza rinveniente dalle lamiere e dai coibenti che si staccano dai vari gruppi ormai o dismessi o fermi, inoltre non è credibile che il personale diretto di Enel preposto alla sicurezza non si accorga che ci sono pezzi cadenti dappertutto, quindi o sono disattenti o sono colpevoli di omissione del pericolo imminente
Basti pensare che anche nella giornata odierna alcuni dipendenti metalmeccanici, mentre operavano in delle manutenzioni elettrostrumentali hanno rischiato la vita vedendosi arrivare un pezzo di lamiera, che per fortuna li ha solo sfiorati, ma la fortuna non è un dispositivo di sicurezza.
Che Enel abbia la voglia e l’esigenza di abbandonare la Centrale di Cerano lo si è capito da moltissimo tempo, solo chi non ha voluto accorgersene non ha visto, ma quando non onora i contratti in essere con le aziende fornitrici di manutenzioni tenendole al di sotto della soglia di sopravvivenza, ma pretendendo il presidio di squadre, senza garantire le manutenzioni che possano dare alle aziende stesse la possibilità di fatturare almeno per poter raggiungere il break even, quando a giorni alterni pretende l’azzeramento delle manutenzioni per poi invece sognarsi di riempire i cantiere, quando falcidia il proprio organico con buona pace di tutti che credendo di garantire i dipendenti diretti hanno smembrato la centrale delle risorse umane necessarie al mantenimento almeno sino alla chiusura che di fatto è già avvenuta in quanto ferma allora il dado è tratto. Enel va via, ma nel frattempo non provochi morti o mutilati sul lavoro.
E’ elementare e non serve alcuna specializzazione per comprendere il fatto che se alcuni dipendenti operano e sono intenti a lavorare e dei numerosissimi pezzi di lamiera cadenti si staccano posso provocare un disastro senza che i poveri malcapitati di turno se ne rendano conto.
Pertanto la Uilm di Brindisi intende manifestare il proprio disappunto sia per la latitanza nelle risposte di chiarimento relative ad un comportamento che certo Brindisi non merita, ma soprattutto intende sollevare il problema relativo alla salvaguardia della salute e sicurezza degli impianti per i pochi giorni che intendono rimanere nello stabilimento ormai quasi deserto, non abbiamo bisogno che succeda qualcosa di tragico per alzare le bandire al vento perché Enel intende risparmiare su tutto, ma serve una imminente manutenzione straordinaria degli impianti a rischio
Alfio Zaurito
Serg. Gen. Uilm Brindisi