Questa mattina è stata celebrata la ricorrenza della Santa Patrona dell’Arma dei Carabinieri “Virgo Fidelis”
Di seguito il discorso Discorso del Comandante Provinciale Signor Col. Giuseppe De Magistris in occasione della santa messa.
“Non posso che ringraziarLa, Eccellenza reverendissima, per le Sue paterne parole, ancora più apprezzate perché profferite da Lei, figlio di un Carabiniere. Grazie ancora per averci concesso di celebrare questa ricorrenza nella Sua Diocesi, condividendo con noi l’esigenza di portare la parola del Signore, insieme al nostro messaggio di Legalità, in tutte le periferie. E con Lei ringrazio pure il Signor Prefetto di Brindisi, dottor Valerio Valenti, e i nostri “Fratelli in Armi” della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza (un abbraccio al Questore, dottor Maurizio Masciopinto, e al Colonnello Pierpaolo Manno, con i quali ho vissuto un anno di continue ed emozionanti sfide sotto l’egida del nostro Procuratore della Repubblica, dottor Antonio De Donno), e i cari colleghi delle altre Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco, nonché di Esercito, Marina, Aeronautica. Con loro – e con voi tutti qui convenuti – condividiamo lo stesso Amor di Patria, gli stessi ideali e combattiamo, ognuno nel rispetto dei reciproci ruoli, le stesse subdole e oscure forze del male. Ma questa “squadra Stato”, come ama ripetere il nostro Prefetto, non sarebbe completa senza le altre Istituzioni qui presenti, innanzitutto i Sindaci della Provincia con a capo oggi, la padrona di casa, il Sindaco di Oria, Dottoressa Maria Lucia Carone, e il mondo della scuola, vera fucina di idee, di eccellenze e potenzialità per questa bellissima terra, nonché la società civile, che ne è la splendida interprete.
La giornata odierna celebra il valore di giovani Carabinieri che, per mantenere fede al giuramento prestato, si sono immolati per difendere un caposaldo dal nome oscuro, lontano dal suolo patrio, che gronda di sangue italiano, versato per servire la nostra Patria, come le rotaie della stazione ferroviaria di Caserta grondano del sangue del Vice Brigadiere Emanuele Reali, che proprio pochi giorni fa ha lì perso la vita, schiacciato da un treno in corsa durante un inseguimento. Questo è l’eroismo del quotidiano dei 110mila Carabinieri che ogni giorno prestano servizio in Italia. Ma perché dobbiamo definire eroici tali comportamenti, come quelli posti in essere dagli otto Carabinieri morti in servizio solo nell’arco di quest’anno, senza contare gli oltre 1900 feriti? Ma perché dobbiamo definire eccezionale il coraggioso comportamento della studentessa brindisina, una 18enne di origini straniere, che, entrata in possesso di un riprovevole video omofobo ritraente un suo compagno di scuola, non ha esitato a recarsi presso una caserma dei Carabinieri per denunciare il fatto? Perché non è la normalità? Ma perché sottacerne il nome per tutelarla? Perché non isoliamo queste pervasive forze del male? Perché invece non combattiamo tanta omertosa ignavia?
I Carabinieri di Culqualber, con fierezza e onore, hanno affrontato soverchianti forze nemiche, consci di andare incontro alla morte, ma solidi nei più intimi, imperativi e perentori convincimenti. E sul solco di quest’esempio, permettetemi di abbracciare i nostri commilitoni in congedo e le nostre Benemerite, così come i nostri rappresentanti regionali degli organismi di rappresentanza, oggi, come sempre, affianco a noi. Il vostro lascito ci ricorda che, in ogni circostanza, il nostro compito è quello di servire: servire gli Italiani, servire la Giustizia, servire la Patria, fino all’estremo sacrificio, se necessario. SÌ, continuo a usare il verbo “servire” per non sminuirne la nobiltà, per celebrarne identità e scopo, in cui tutti noi Carabinieri dobbiamo riconoscerci, rimanendo saldamente ancorati ai valori dell’etica del servizio, per non rinnegare noi stessi e continuare a essere, anche nei decenni che verranno, una delle solide rocce su cui si fonda il vivere civile e la democrazia in questa Repubblica.
Eccellenza, come i Carabinieri di Culqualber, anche Noi, Carabinieri di Brindisi, siamo uomini e donne normalissimi e proprio per questo non esenti da limiti e debolezze. E come gli uomini di Culqualber non hanno ceduto a un avversario ben più fiero e leale di quello infimo che oggi combattiamo, così posso continuare a dirLe, Eccellenza, con assoluta fermezza, che Noi Carabinieri non cederemo.
E come il tallone della nostra Patrona schiaccia il serpente e quello di San Michele Arcangelo sottomette il maligno, non si tema, perché anche il tallone di Noi Carabinieri è e sarà sempre ben saldo.