VICENDA SALA STAMPA TRA FUGHE IN AVANTI E IMBARAZZANTI RETROMARCIA

Il tango dell’amministrazione comunale della sindaca Angela Carluccio sull’intitolazione della sala stampa del palaPentassuglia al compianto presidente Antonio Corlianò continua e a passi non certo leggiadri. Pare che da ieri a oggi siano cambiate le cose e che la risposta, ieri negativa, si possa rivedere e concludersi in modo diverso. La nota della New Basket Brindisi con cui, ieri appena, si annunciava il dietrofront sull’autorizzazione (promessa ma non ufficializzata) alla dedica dell’intitolazione di una delle stanze interne al palazzetto dello sport di contrada Masseriola ha fatto gelare il sangue a più di qualcuno a Brindisi. Tanto che il web, (in particolare la stampa) si è scatenato in appelli e manifestazioni di sostegno soprattutto nei confronti della famiglia Corlianò, la quale non ha mai avanzato pretese in merito ma ha solo accolto con orgoglio e commozione la proposta giunta dagli operatori dell’informazione affinché si potesse ricordare così l’ex “presidente amico” dei giornalisti e non solo. A rendere tutto più inopportuno il fatto che la risposta negativa sia giunta a dieci giorni dalla cerimonia di intitolazione, avvenuta a un anno dalla scomparsa dell’ex presidente, a cui ha partecipato la famiglia Corlianò al completo e che era stata abbondantemente resa nota attraverso siti, giornali, tv locali e social network vari. Seppur va riconosciuto l’azzardo dell’attuale presidente Nando Marino nel fidarsi dell’assicurazione informale dei dirigenti del Comune prima ancora del completamento dell’iter burocratico. Le motivazioni con cui il Comune di Brindisi ha poi infatti inaspettatamente respinto la richiesta sono state spiegate dalla stessa Nbb: “sentita per le vie brevi la locale prefettura si sarebbe deciso di applicare una legge dello stato che vieterebbe di intitolare strade, piazze, monumenti, lapidi ed altri ricordi permanenti situati in luogo pubblico o aperto al pubblico a persone che non siano decedute da almeno dieci anni”. Sarebbe inutile dire ma vale la pena farlo, che tale legge del 1927 trova, sia a Brindisi che nel resto di Italia, una miriade di opposti esempi che non si vuole qui elencare uno per uno. E oggi infatti l’amministrazione pare che possa rivedere le carte e cambiare il finale di una storia che finora non ha fatto onore a nessuno, ha offeso la memoria di una persona che non c’è più e rinnovato il dolore dei suoi cari e di quanti gli volevano bene. Il tutto, se si vuol essere fiduciosi, solo perché non si sono lette bene le carte.

Carmen Vesco

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