Ecco la nota di Legambiente:
È da tanto tempo che segnaliamo i ritardi e le omissioni nel ricorso a innovazioni tecnologiche ed a riconversioni nei processi produttivi nel petrolchimico di Brindisi, e soprattutto il frequente ricorso ad emissioni in torcia di sostanze altamente inquinanti giustificate da (incidenti nei lavori di manutenzione o dal mal funzionamento di generatori e quadri elettrici. E da altrettanto tempo che chiediamo l’avvio da parte del Governo di un confronto approfondito sul rispetto dell’autorizzazione integrata ambientale e sulla realizzazione di un piano per lo sviluppo sostenibile dei processi industriali a partire da quelli concernenti il polo energetico e quello chimico.
L’ordinanza di sospensione dell’attività del cracking emessa dal Sindaco di Brindisi è giunta dopo una serie di atti che oggi risulta evidente siano stati del tutto inapplicati da parte dell’eni. Versalis, ben conoscendo i gravi sforamenti nelle emissioni di pericolosi cancerogeni, quali il benzene ed il toluene, ha provato a cancellarli sostenendo che i valori che registrati da varie centraline di rilevamento della qualità dell’aria fossero da considerare “invalidi” in quanto dovuto a guasti. Nel periodo tra il 16 e il 20 maggio, come evidenziato dall’Arpa in una relazione tecnica trasmessa al Ministero dell’Ambiente, all’Ispra, alla Procura della Repubblica di Brindisi ed ovviamente al Sindaco sono segnalati picchi di emissione di benzene fino a quasi 300 volte più dei valori di legge in corrispondenza proprio dell’area del petrolchimico ed altri picchi dello stesso benzene e del toluene. Va precisato che i valori limite della qualità dell’aria sono diversi rispetto a quelli più stringenti che organismi scientifici quali Oms e lo Iarc legano all’esposizione a questi gravissimi cancerogeni.
Al Prefetto di Brindisi, in un incontro svoltosi in assenza del Sindaco, è stato chiesto da rappresentanti di forze sociali un intervento che porti il Sindaco a revocare l’ordinanza, che è stata emessa in quanto ufficiale di governo in materia sanitaria e che, alla luce dei dati ambientali citati, era un atto dovuto.
Il Signor Prefetto sicuramento rappresenterà la situazione nel suo complesso, ma non potrà non dare priorità alla necessità di tutelare la salute pubblica e quella degli stessi lavoratori all’interno del petrolchimico e in primo luogo nell’impianto di cracking. Legambiente tornerà ad affrontare l’argomento in modo approfondito, rappresentando al Governo la necessità di intervenire con un piano complessivo di sviluppo di Brindisi che riqualifichi i cicli produttivi esistenti, riconverta le produzioni sempre più green e, anche attraverso il piano territoriale per la giusta transizione, intercetti i finanziamenti disponibili nel programma europeo green new deal.