Ecco la nota del segretario della Cgil Antonio Macchia:
Il Presidente Bruno – forse nemmeno legittimato a ricoprire ancora l’incarico di Sindaco e Presidente della Provincia di Brindisi – in una parentesi di ultrattivismo senza precedenti, propone alla INVIMIT di acquistare Cittadella, Sede della Prefettura di Piazza Santa Teresa e Palazzo Montenegro, attuale residenza del Prefetto.
Il tutto per rimpinguare le casse e guadagnare del danaro utile a prorogare le attività fondamentali della Provincia di qualche mese.
Ma non sarebbe più opportuno risolvere il problema radicalmente ed insistere affinchè alla Provincia siano restituite le somme illegittimamente detratte dalla riforma Del Rio e successivi?
Questa svendita immobiliare sa di rimedio temporaneo e non porta certo alla soluzione del problema.
Altra soluzione sarebbe stata quella di mettere tempestivamente tali beni a regime. Come mai ci si accorge solo adesso che gli affitti erano incongrui?
E’ un po’ tardivo ricordare solo ora, dopo tanti anni di amministrazione , che occorre una rinegoziazione degli immobili di pregio dati in locazione al Ministero.
Non è certo un merito per un amministratore di lungo corso come Bruno ricordare solo ora di fare cassa.
Una buona gestione della res pubblica sarebbe stata quella di una corretta locazione dei beni di proprietà della Provincia sin dall’inizio del mandato e non solo alla fine e con atti estremi e privi di una reale programmazione.
Ovviamente questo è il risultato di tanto navigare a vista, non vi è un progetto alla base, si cerca solo di sopravvivere.
E nel frattempo si mette anche a repentaglio il futuro di tutti gli addetti che da sempre lavorano in questi immobili.
Affermare che si intende insistere affinchè sia mantenuta la destinazione d’uso già in essere, non dice nulla, ma soprattutto non fa stare tranquilli tutti coloro che per esempio lavorano all’interno della Cittadella e non saranno certo sereni se si vorrà preservare la “destinazione d’uso”.
Sarebbe auspicabile che alla base di una trattativa che abbia a cuore i problemi della Cittadella – non solo in quanto immobile, ma quale insieme di interessi culturali, personali di ogni singolo applicato – vi fosse un pensiero ponderato e ben strutturato rispetto alle decine di lavoratori che a questa nuova sortita sono autorizzati unicamente a pensare che alcuno si occupi del loro futuro.
Il tutto affinchè, attraverso l’unione di eventuali risorse economiche – non si dimentichi che durante la visita del Ministro De Vincenti si ipotizzarono degli stanziamenti specifici proprio per la Cittadella della Ricerca – questa realtà culturale possa nuovamente rappresentare un punto di forza della innovazione e della ricerca.
Perché non ipotizzare, in luogo di una vendita asettica che potrebbe portare solo pochi spiccioli, ma che poi di fatto azzererebbe una realtà culturale come la Cittadella, un tavolo aperto verso Comune di Brindisi, Regione Puglia, Università degli Studi di Lecce o di Bari, a sevconda delle disponibilità ed Enea.
O meglio ancora, perché non ci si rende portavoce attraverso i nostri illustri rappresentanti affinchè si crei un movimento teso alla riforma della Legge Del Rio e di tutte le ulteriori modifiche che hanno affossato l’Ente Provincia togliendo a questa danaro, ma lasciando alla stessa le funzioni fondamentali che senza quel danaro non possono più esistere?
Il Segretario Generale
Antonio Macchia