Sì è svolta sabato 20 gennaio alle ore 10:00, una nuova iniziativa contro il progetto di deposito costiero di GNL nel porto di Brindisi organizzata da:
Cgil Brindisi, Italia Nostra Brindisi, Legambiente Brindisi, WWF Brindisi, Medicina Democratica, A.C.L.I. Provinciali Brindisi, Fondazione “Tonino di Giulio”, Medici per l’Ambiente, Anpi Brindisi, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, No al Carbone, Puliamoilmare Brindisi, Associazione “Vogatori Remuri Brindisi”, ARCI Brindisi, Brindisi Ostello Nautico-Bon APS, Auser Brindisi, Associazione “Di Vittorio” Mesagne.
Il segretario provinciale della Cgil Antonio Macchia ha affermato che il progetto di deposito costiero ridurrebbe il porto di Brindisi ad area di servizio energetica, a scapito dello sviluppo della logistica portuale e di progetti ad alto valore aggiunto che produrrebbero molti più posti di lavoro dei 31 offerti dalla Edison.
Doretto Marinazzo di Legambiente e Maria Ventricelli di Italia nostra, in rappresentanza delle associazioni organizzatrici, hanno ribadito la necessità di pretendere il rispetto del voto unanime del consiglio comunale di Brindisi per ottenere il riesame delle autorizzazioni e la valutazione di impatto ambientale.
Il riesame delle autorizzazioni e la valutazione di impatto ambientale sono dipendenti dal nuovo progetto con la torcia alta 47 m, dalla evidente rigassificazione che si produce di parte del GNL, dei rischi di incidenti rilevanti e anche in relazione alla interdizione dell’attività della linea ferroviaria e delle operazioni portuali.
Questi concetti sono stati ripresi, in seguito, da Donato Peccerillo di Anpi e da Giorgio Sciarra del Forum ambiente, salute e sviluppo, che hanno chiesto con la forza che la politica si muova a tutti i livelli in favore della scelta unanime del consiglio comunale di Brindisi.
Molto interessanti sono stati i contributi che sono arrivati in collegamento online, da parte di Giovanni Stracci, imprenditore marchigiano delegato per l’industria di Arretramento.it (comitato civico per l’innovazione delle infrastrutture, della logistica e del turismo), e del Segretario Generale di Pmia Autotrasporto, Roberto Galanti. Ambedue hanno sottolineato come sia fondamentale che il porto di Brindisi venga potenziato, per divenire il terminale della dorsale adriatica.
Hanno ribadito la loro contrarietà all’impianto i rappresentanti politici: il capogruppo del M5S Roberto Fusco, ha sottolineato fra l’altro la presentazione di una interpellanza del gruppo dei Cinque stelle al parlamento europeo. Il consigliere, ha anche ribadito che il progetto e il procedimento autorizzativo non rispettano la direttiva Seveso e le leggi italiane che hanno recepito la direttiva. Il segretario provinciale del Partito democratico Francesco Rogoli, ha ricordato l’importanza delle manifestazioni realizzate dalle associazioni e dalla Cgil e che il suo partito, presente sin dalla iniziativa del 24 agosto, porterà avanti la richiesta venuta all’unanimità dal consiglio comunale. Il consigliere comunale Diego Rachiero, si è soffermato soprattutto sugli aspetti giuridici che vanno esaminati e riportati nelle azioni da mettere in campo contro l’impianto. Il consigliere comunale Roberto Quarta, assente perché è in viaggio all’estero, ha inviato un suo documento in cui ribadisce che su questi argomenti non vale l’appartenenza politica ma deve prevalere il richiamo alla coscienza di tutti, in favore del bene della città.
Nel dibattito si sono registrati contributi tecnici, ed è stata ribadita la richiesta di dare corso al voto del consiglio comunale, in relazione allo scorporo dell’Autorità portuale da quella di sistema del basso Adriatico.
Nelle conclusioni, si è ribadito che continueranno con forza le azioni di contrasto alla realizzazione del deposito costiero, in tutte le sedi democratiche più opportune. Si è anche detto che sarà richiesta una risposta ufficiale da parte di rappresentanti istituzionali e di partito a tutti i livelli, in molti casi oggi silenziosi, affinché la scelta unanime del consiglio comunale sia rispettata.