Torchiarolo lancia l’ennesimo grido di allarme in relazione all’inquinamento ambientale. E lo fa attraverso il sindaci Nicola Serinelli, il quale ha preso carta e penna ed ha scritto al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati Ermete Realacci, al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini, al Presidente di Anci-Puglia Luigi Perrone, al Presidente di Legambiente Puglia Francesco Tarantini, al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al Presidente della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno ed ai Sindaci di Brindisi, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco.
Il riferimento è all’accordo siglato quest’anno dal Ministro dell’Ambiente, dal Presiudente della Conferenza Stato-Regioni e dal Presidente dell’Anci per “migliorare la qualità dell’aria, incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, per disincentivare l’utilizzo del mezzo privato, per abbattere le emissioni e per favorire misure tese ad aumentare l’efficienza energetica”.
Per il Sindaco di Torchiarolo esistono i presupposti perché si possano utilizzare fondi anche per aree industriali, suburbane e rurali. In tal caso, Torchiarolo rientrerebbe a pieno titolo, soprattutto per ciò che concerne il comparto “aria”.
Nella missiva il primo cittadino fa notare che Torchiarolo deve fare i conti con diverse fonti inquinanti e, in particolare, con il cono della zona industriale di Taranto, con l’area industriale di Brindisi, con la centrale di Cerano, con una cava di pietra e con un inceneritore di rifiuti ospedalieri, con cementifici situati a nord ed a sud del paese, con il traffico della superstrada Brindisi-Lecce e con il traffico urbano.
“La disponibilità di risorse – concluyde Serinelli – nel caso della nostra Regione, troverebbero un’ottimale collocazione se destinata alla implementazione di azioni e misure di contrasto delle fonti inquinanti presenti nelle aree industriali (e non solo) ed al sostegno ed incoraggiamento di sistemi di riscaldamento residenziale e civile alternativi alla combustione incontrollata di biomasse, come peraltro già previsto (sia pure con poche risorse) tra le azioni dei Piani di risanamento di Taranto e di Torchiarolo”.