Tavolo sulla chimica – La Fialc/Cisal teme un allontamento di Eni da Brindisi

Si è svolto oggi il tavolo tecnico per Brindisi presso il ministero delle imprese e del made in Italy, rimandato a dicembre e presieduto dall’ avvocato Teti e dalla dottoressa Cherubini.
Eni conferma la necessità di ristrutturazione della chimica di base e di ridimensionamento dei polimeri, partendo dalla fermata del Cracker di Brindisi entro aprile di quest’ anno.
La conversione del sito brindisino consentirebbe l’ingresso in un mercato, quello degli accumuli energetici Litio-ferro-fosfato (LFP), che secondo le analisi di mercato prevede uno shortage di offerta per il 2030. L’investimento di circa 700 milioni di euro vedrebbe l’utilizzo di due aree di circa 4 ha ciascuna, rispettivamente per la produzione di materia attiva e formazione di accumuli, localizzate nell’ala ovest dello stabilimento, in prossimità del parco imprese. Dopo le prime fasi di progettazione, ingegneria e costruzione, si arriverebbe a quella produttiva per il 2028. Eni, pur restando aperta a nuove possibili tecnologie, punta a questo business poiché ritiene le batterie LFP non vincolanti alle sorti dell’ automive, più economiche e sicure di altre e, soprattutto, secondo il trend di settore, in favorevole considerazione della riduzione graduale del cobalto.
Annunciata la joint venture, da definire nei prossimi mesi, con partner complementare già attiva nel settore, SERI INDUSTRIAL, con la quale sviluppare il progetto complessivo che porterà alla nascita, a Brindisi, del primo polo italiano ed europeo integrato nella filiera delle batterie LFP, occupando almeno il 14% del mercato continentale.

FIALC CISAL, con Delegazione Nazionale composta da Massimo Pagliara, Giovanni Mavroidis e Andrea Genoino, ribadisce da sempre, ragionevole apertura riguardo il tema della transizione energetica e agli obiettivi di decarbonizzazione.
Tuttavia, alla luce della esposizione prodotta dall’ azienda, permangono dubbi sulla tempistica di trasformazione del sito. In maniera particolare, sfuggono le ragioni che vorrebbero la fermata imminente del Cracking nonostante le superfici utili ai nuovi insediamenti siano state individuate in aree diverse, diversamente di quanto avvenuto a Priolo, dove il medesimo impianto resisterà sino alla fine dell’ anno sebbene la Bioraffineria sorgerà dalle restanti parti di quest’ultimo.

Pertanto riteniamo importante il mantenimento in marcia delle attuali produzioni, almeno per un ulteriore periodo maggiormente congruo e restiamo fiduciosi che il Ministero si faccia carico di tale richiesta, come annunciato dal presidente Teti, anche in attesa di approfondire le reali proiezioni che attendono la chimica di base italiana.

In attesa di prossimo incontro, FIALC CISAL chiede anche di poter ricevere ulteriori rassicuranti informazioni sulla gestione del personale, rispetto al quale, la nostra organizzazione, non ritiene plausibile la compartecipazione al 50% con altri soggetti poiché sinonimo di allontanamento dall’orbita del cane a sei zampe .

Dal nostro punto di vista, infatti, Eni garantirà credibilità al progetto solo mantenendo la paternità dello stesso e assumendosi la responsabilità di governarne le sorti anche nei tempi futuri, quelli, per intenderci, ancora non definibili dai mercati che oggi ci dicono dovrebbero essere più profittevoli.

Segreteria Nazionale FIALC CISAL

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