In Sicilia e Puglia 20mila posti di lavoro a rischio oltre a quelli che si determineranno
per l’effetto catena su Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Torres e Porto Marghera
“La scelta di Eni -Versalis mette una pietra tombale sulle produzioni della chimica di
base e condanna il Paese ad un’ulteriore drammatica dipendenza da Altri. Si sta
decidendo di distruggere una parte strategica dell’industria del nostro paese: l’80%
dei prodotti della chimica vengono utilizzati da altri settori industriali. Si rischia di
mettere in ginocchio l’intera industria del Paese mentre in Europa, a partire dai
contenuti del documento Draghi, si afferma la centralità dell’industria per la
sopravvivenza economica dell’Europa stessa”. Così Marco Falcinelli e Giuseppe
Gesmundo, rispettivamente Segretario Generale della Filctem Cgil e Segretario
Nazionale Cgil al termine dell’incontro di stamane al Ministero delle Imprese e del
Made in Italy per l’area industriale di Brindisi
“Se il Governo continua ad avallare questo piano di dismissione della chimica di base
– proseguono – si assume una grave responsabilità politica, aggravata ulteriormente
dal fatto che Eni è un’azienda partecipata dallo Stato stesso e a cui dovrebbe, invece,
chiedere di investire per accompagnare il paese nei processi di transizione
energetica e non di accettare chiusure di impianti e dismissioni di tecnologie
industriali fondamentali per l’intero sistema industriale nazionale”
“La decisione di Eni-Versalis – continuano – determinerà gravi conseguenze
occupazionali che, tra diretti e indotto, solo in Sicilia in Puglia rischia di coinvolgere
20mila persone e di mettere in ginocchio l’intera economia di quei territori. Le
conseguenze poi non riguarderanno solo la Sicilia e la Puglia ma, considerata la
caratteristica principale dell’industria chimica che è quella di avere ‘produzioni
fortemente integrate’, il rischio successivo riguarderebbe tutti gli altri siti di Versalis a
Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Marghera, Porto Torres pregiudicandone le attività
e la tenuta occupazionale”.
Nell’incontro odierno per Brindisi, il secondo tavolo tecnico dopo quello fatto a
dicembre per la Sicilia, il rappresentante del MIMIT ha proposto a Eni-Versalis di
riflettere sulle scelte fatte e di prevedere la continuità produttiva mantenendo in
marcia il cracking di Brindisi. la risposta dell’azienda è stata negativa. “Come
Sindacato consideriamo la proposta avanzata dal Ministero percorribile anche se
parziale. Il Governo deve chiedere a Eni-Versalis di modificare il suo piano e
mantenere la chimica di base nel Paese. Come dichiarato dal Ministro negli incontri
tecnici, seguirà la convocazione del tavolo politico entro la fine di gennaio nel quale
ribadiremo con forza la nostra totale contrarietà a questo Piano. Nelle prossime
settimane decideremo congiuntamente, Confederazione e Categorie, le iniziative da
mettere in campo”: hanno concluso Falcinelli e Gesmundo.