“Si faccia chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto l’osservatorio fitosanitario ad avocare a sè la competenza per autorizzare Tap ad espiantare 211 alberi di olivo nell’area di cantiere del microtunnel”. È quanto chiede il consigliere del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi dopo le notizie degli ultimi giorni che parlano di un inizio immediato dell’espianto nonostante non sia ancora arrivata l’autorizzazione del Dipartimento regionale della mobilità, della qualità urbana, delle opere pubbliche e del paesaggio. Sui provvedimenti inerenti i lavori il Prefetto ha convocato per oggi in Prefettura i sindaci di Melendugno e Vernole.
“Vogliamo capire – dichiara Trevisi – perché l’Osservatorio Fitosanitario stia spingendo per l’espianto degli ulivi e conoscere l’esito del vertice voluto dal Prefetto in merito all’ordine pubblico. Credo che l’autorizzazione all’espianto possa essere rilasciata solo da parte della Regione con la certificazione di ottemperanza alla prescrizione a.44 del dm 223/14 (via) e non da parte di altri organi.”
Nella relazione autorizzativa dell’Osservatorio al quarto capoverso di pagina 3 si legge che “Relativamente al procedimento istruttorio inerente la L. n. 144/51, si apre la necessità che il provvedimento di spostamento sia concesso nell’imminenza dell’inizio dei lavori e per un numero di piante strettamente necessario per la realizzazione dell’opera e per l’esecuzione dei lavori ( d.g.r. n.7310 del 15/12/1989 ).
“Da ciò si evince – continua il consigliere pentastellato – che Tap non avendo ancora ottenuto la VIA in merito al progetto esecutivo del microtunnel, non possa eradicare gli ulivi nell’immediato. Inoltre, lo stesso Osservatorio sempre a pagina tre dichiara che la Commissione Ulivi regionale non ha rilasciato alcun parere. Inoltre non è ancora chiaro dove gli alberi dovrebbero essere stoccati, mancando ancora il sito per lo stoccaggio. Il primo problema da risolvere, dunque, è quello della conservazione degli alberi durante tutto il periodo dei lavori. Il secondo riguarda il fatto che, dovendo rispettare una fascia di asservimento, dove è preclusa ogni attività, questi ulivi dovrebbero essere ripiantati in altro luogo. Il rischio – conclude – è che il Salento perda altri alberi per far spazio ad un’infrastruttura provvisoria, la cui effettiva utilità è stata messa in dubbio da più parti e il cui punto d’approdo nel territorio di Melendugno è, stando allo stato reale dei luoghi, uno dei più impattanti possibili.”