EPPURE SFIAMMA,
il Movimento No Tap/Snam della provincia di Brindisi chiede l’intervento della magistratura per chiarire quello che sta succedendo nel Petrolchimico, stante tutte le farlocche rassicurazioni delle passate settimane dei proprietari degli impianti.
Anche GREENPEACE ITALIA, che ha monitorato le acque del porto di Brindisi prima dell’incontro con la città, ha testimoniato con un video le continue, e mai cessate, sfiammate della torcia del petrolchimico brindisino, di cui i cittadini chiedono conto alla VERSALIS-ENI per capire a cosa attribuirle, visto l’annunciato fermo degli impianti per lavori di manutenzione.
E’ passato poco più di un anno da quando il sindaco Rossi con un’ ordinanza decretò il fermo degli impianti per sforamento di sostanze nocive e inquinanti in atmosfera, salvo poi revocarla in vista di un tavolo tecnico permanente sul petrolchimico, che ci chiediamo se sia mai stato insediato.
Nell’ Aprile 2021 Versalis ha annunciato che a Maggio avrebbe fermato per circa 80 giorni gli impianti del petrolchimico di Brindisi per installare una nuova torcia a terra ed eseguire interventi di manutenzione programmata.
I cittadini si sarebbero aspettati anche uno stop alle sfiammate della torcia, che dovrebbe entrare in funzione per motivi di sicurezza ogni volta che c’è un calo o un’interruzione di corrente elettrica. Ma così non è stato!
Ma allora ci chiediamo che tipo di attività si svolge all’interno del petrolchimico visto che gli impianti sono fermi? Perché sono stati ancora una volta registrati sforamenti nella concentrazione di benzene in atmosfera? Perché il sindaco Rossi, che aveva coraggiosamente fatto quell’ordinanza, non chiede alla Versalis spiegazioni di quanto sta accadendo?
Che tipo di rassicurazioni ha avuto il parlamentare di Forza Italia, il brindisino D’attis, che, a metà Giugno, dopo aver visitato l’impianto produttivo e incontrato a Brindisi i rappresentanti dell’Eni-Versalis affermò:
“Ho ritenuto importante questo incontro in qualità di parlamentare di una forza di governo: bisogna supportare il filone dell’innovazione tecnologica, nella misura in cui si coniuga al tema dello sviluppo ecosostenibile”. Nello stabilimento brindisino è in corso il fermo dell’attività per le operazioni di manutenzione: 100 milioni di euro di investimenti per gli interventi necessari, tra cui miglioramenti tecnologici e dell’affidabilità, efficientamento energetico e ambientale. In particolare, la “torcia a terra”, ma non solo: bisogna adattare la produzione al top degli standard mondiali di avanguardia scientifica sulle prescrizioni ambientali. Noi continueremo a vigilare …”
A giudicare dagli ultimi fatti di vigilanza non se ne parla. Ma i cittadini non ci stanno e vogliono sapere (Rossi se ne faccia carico) nell’immediato dai responsabili dell’impianto che cosa avviene a loro insaputa nello stabilimento e perché in quei 100 milioni non è stato possibile convertire la produzione ad una chimica verde visto che si parla di sostenibilità. Così com’è e con le nuove norme sui materiali plastici il petrolchimico brindisino può benissimo essere dichiarato obsoleto, oltre che inquinante!
Movimento No Tap/Snam della Provincia di Brindisi