Senza assunzioni e senza risorse non si cura! L’allarme del Sindacato Nazionale Radiologi

Dopo la tragica notizia del decesso per emorragia cerebrale di un paziente 39enne di Brindisi apprendiamo dagli organi di stampa che  i riflettori della politica regionale si sono finalmente accesi sulla carenza di specialisti dell’area radiologica. Si spendono parole sull’importanza dei servizi di angiografia nella gestione delle patologie tempo-dipendenti, tanto da proporre l’istituzione di una Struttura Complessa di Angiografia Interventistica presso l’Ospedale Perrino.

Eppure quello di Brindisi non è un servizio improvvisamente disattivato: ormai da anni pazienti affetti da patologie tempo-dipendenti devono essere trasferiti in emergenza dalla provincia brindisina presso ospedali di provincie limitrofe per essere sottoposti a procedure di angiografia interventistica.

Il Sindacato Nazionale dell’Area Radiologica, attraverso i suoi rappresentanti provinciali, ha più volte rappresentato il problema, segnalando anche l’assenza protocolli operativi condivisi che regolamentino i percorsi diagnostico-terapeutici nella gestione inter-ASL delle patologie tempo-dipendenti. Segnalazioni sinora ignorate, tant’è che si continua a far affidamento esclusivamente  sull’abnegazione dei professionisti coinvolti, oltre che sulla “buona sorte”.  Ad esempio non sempre è possibile reperire un posto letto disponibile nelle strutture limitrofe: il primo problema è proprio trovare un ospedale che possa accogliere il paziente. Il trasporto secondario non  è ottimizzato, perché è necessario attivare personale reperibile che dovrà assistere il paziente nel corso del trasferimento. Altra criticità è la non uniforme attivazione di un PACS regionale, sistema che permetterebbe di condividere in tempo reale le immagini Angio-TC tra i professionisti delle diverse ASL.

Come organizzazione sindacale non possiamo non stigmatizzare alcune delle soluzioni sinora prospettate (di cui veniamo a conoscenza solo grazie agli organi di stampa) quali il ricorso alla reperibilità inter-aziendale nell’ambito di un’azienda regionale unica (Azienda Zero) o alla mobilità inter-aziendale d’urgenza. Chi propone queste soluzioni non ha ben chiaro che la coperta è talmente corta che mobilitando personale si coprirebbe un territorio per  scoprirne un altro, peggiorando al contempo le condizioni di lavoro dei professionisti. Evidentemente si ignorano una serie di fattori tecnico-operativi che legano il professionista alla sua equipe di sala angiografica ed alla sua abituale sede di lavoro. Non si considera infine che il CCNL di categoria limita la mobilità d’urgenza  al perimetro aziendale. Siamo convinti, interfacciandoci quotidianamente con i colleghi, che qualora queste proposte si traducessero in disposizioni di servizio il primo effetto sarebbe la fuga dalla Puglia dei pochi radiologi e neuroradiologi interventisti rimasti.

Auspichiamo di essere consultati dai decisori regionali  per fornire il nostro contributo attraverso proposte operative finalizzate ad applicare modelli organizzativi che consentirebbero di risparmiare tempo prezioso. In particolare si  potrebbero velocizzare tutti gli step di un trasferimento urgente, a garanzia di un trattamento tempestivo che eviterebbe decessi e disabilità.  Convenzioni inter-ASL potrebbero agevolare la fruizione di servizi salva-vita  e garantire la disponibilità di  posti letto  riservati ai  pazienti provenienti da Brindisi nelle ASL riceventi. Del resto, sebbene sarebbe auspicabile una diffusione capillare sul territorio,  in nessuna regione italiana ogni provincia dispone un servizio di angiografia interventistica. La differenza la fa quindi proprio l’organizzazione del lavoro, che in Puglia è cronicamente penalizzata da uno scarso investimento in risorse umane e tecnologiche.

La proposta di istituire presso l’Ospedale  Perrino una Struttura Complessa di Radiologia Interventistica potrebbe rendere più attrattiva l’ASL Brindisi, attirando professionisti che sinora hanno disertato i concorsi banditi.  Osserviamo però che una nuova unità operativa richiederebbe l’assunzione di medici, mentre il piano assunzionale regionale non viene ancora inspiegabilmente attuato a distanza di tre mesi dalla sua approvazione. Per questo tanti colleghi assunti con contratto a tempo determinato dalle ASL Pugliesi, tra cui neuroradiologi interventisti, sono costretti a spostarsi in altre regioni per essere assunti a tempo indeterminato. Il 1 Gennaio 2024 proprio uno di questi colleghi ha trattato presso la Struttura Complessa di Neuroradiologia del P.O. “V. Fazzi” di Lecce un paziente trasferito in urgenza per stroke ischemico dal P.O. di Monopoli, disostruendo un’arteria cerebrale occlusa da un trombo. Ebbene lo stesso medico il 19 Gennaio si è dovuto recare fuori regione per partecipare ad una procedura concorsuale bandita per l’assunzione di n. 3 Dirigenti Medici per l’attività di Neuroradiologia Interventistica. Il rischio di perdere ulteriori medici dunque permane nonostante il piano approvato dalla Giunta Regionale per il periodo 1/9/2023 – 31/12/2024  abbia autorizzato la spesa per l’assunzione di oltre 500 medici in Puglia, assunzioni che rientrerebbero tra quelle necessarie ad assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza, in particolare per prestazioni salva-vita.

La circostanza che un paziente colpito nella provincia di Bari da una patologia  acuta tempo-dipendente trovi solo a Lecce, in un ospedale distante oltre 100 km, la disponibilità di un posto letto e di professionisti in grado di intervenire, fa inoltre ben comprendere che il problema non è limitato alla provincia di Brindisi ma ci sono altri territori della Regione che non possono garantire servizi essenziali salva-vita. Al contempo assistiamo al paradosso per cui  colleghi assunti a tempo determinato che garantiscono il funzionamento di reti assistenziali salva-vita siano costretti  ad abbandonare la Regione Puglia in cerca di un’assunzione a tempo indeterminato.

Auspichiamo che chi ha in mano le redini della sanità regionale voglia smuovere al più presto le politiche assunzionali  attualmente stagnanti mettendo definitivamente da parte l’idea che i professionisti della sanità possano essere equiparati a pedine interscambiabili da un giorno all’altro su uno scacchiere regionale lungo oltre 400 Km.

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