Il Consorzio Asi torna in sella grazie al pronunciamento del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato dal presidente Vittorio Rina contro la sentenza del Tar di Lecce che di fatto aveva sposato la tesi della Camera di Commercio in relazione all’assenza di un rappresentante delle imprese nel consiglio di amministrazione.
In realtà, il Consiglio di Stato ritiene che il Consorzio abbia operato in maniera legittima e quindi non è in discussione quanto deliberato fino a questo momento. E comunque, i giudici hanno anche chiarito che la competenza non spettava al Tar, ma ai giudici del Tribunale ordinario di Brindisi a cui potrebbe rivolgersi, a questo punto la Camera di Commercio. Circostanza, quest’ultima, assai difficile visto che il 29 l’ente camerale brindisino si fonderà ufficialmente con quello di Taranto.
Il presidente del Consorzio Asi, in ogni caso, ha già dichiarato la propria volontà di portare a termine quanto già stabilito da tempo e cioè l’allargamento del consiglio di amministrazione da tre a cinque componenti. Ma nel frattempo – ed anche in riferimento al passato – è stata confermata la validità degli atti prodotti dal Consorzio Asi. Il tutto, partendo dal parere espresso proprio dall’Asi in relazione all’iter autorizzativo del deposito di GNL proposto da Edison. Parere contestato dall’Autorità di Sistema Portuale che aveva eccepito proprio la legittimità dell’operato del Consorzio a seguito della sentenza del Tar. Oggi, pertanto, l’Asi torna in prima linea rimettendo in campo la sua contrarietà ad un insediamento a rischio a soli cinque metri dai binari ferroviari del porto e quindi in deroga rispetto alla norma che prevede in trenta metri la distanza minima. Insomma, a questo punto qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di far realizzare un deposito di GNL così vicino ai binari. E questo “qualcuno” non sarà certamente il Consorzio Asi.