Seccano gli alberi di pino dove ci fu l’incidente mortale. Svelato il mistero…

Probabilmente in tanti, tra le migliaia di automobilisti che transitano nel viale dei Caduti di via Fani, alla estrema periferia della città, avranno notato che ci sono dei grandissimi alberi di pino che sono ormai secchi. Ma in pochi avranno collegato questo fatto al luogo in cui questi alberi sono collocati e cioè nello stesso tratto di strada in cui il 15 settembre dello scorso anno perse la vita il ventenne Mirko Conserva a seguito di un incidente stradale mentre raggiungeva in moto l’ospedale Perrino per il suo turno di lavoro. Furono le forze dell’ordine accorse sul posto a notare che la sede stradale proprio in quel punto era interessata dalla fuoriuscita di radici degli alberi di pino posti al centro, tra le due carreggiate. Ne è nata una inchiesta giudiziaria con l’iniziale sequestro della zona interessata ed il cui esito non è ancora noto.

Ma nel frattempo, cinque grandi alberi di pino posti a destra del punto dell’incidente ed altri cinque pini posti alla sinistra sono seccati in maniera irrecuperabile. Un fatto stranissimo che qualcuno addirittura ha classificato come un fenomeno paranormale, quasi ad aver individuato negli alberi i veri colpevoli di quanto accaduto e di averli puniti per questo.

Nulla di tutto ciò. Siamo andati a recuperare un po’ di dati ed abbiamo scoperto che ancor prima dell’incidente mortale, il 5 agosto dello scorso anno il responsabile del verde pubblico del Comune di Brindisi, dott. Giovanni Nardelli, aveva inviato una nota di servizio alla Brindisi Multiservizi affinché si procedesse celermente all’abbattimento di questi alberi di pino in quanto colpiti da una infestazione di blastofago. Si tratta di un coleottero appartenente al genere Tomicus. Nardelli suggeriva anche di procedere con un trattamento endoterapico per salvare gli altri alberi ancora non colpiti dal coleottero. Sta di fatto che gli alberi secchi sono ancora lì e che il coleottero in questione ne sta uccidendo degli altri. Il mistero è risolto, ma nessuno si preoccupa di salvare gli alberi superstiti. E sono tanti.

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