I Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale (NIPAAF) di Brindisi sono intervenuti, nel corso di un servizio mirato al contrasto alla gestione illecita di rifiuti nell’ agro di Brindisi, intercettando un camion utilizzato per la raccolta e il deposito di rifiuti, in modo del tutto abusivo.
L’ episodio ripropone ancora una volta il fenomeno dei “padroncini”, proprietari di autocarri che nel territorio brindisino effettuano un servizio di gestione di rifiuti del tutto abusivo, parallelo a quello autorizzato, con effetto finale l’ abbandono nelle campagne, che in alcune contrade attorno al capoluogo si presentano come vaste discariche a cielo aperto, ricettacolo per ratti e potenziali fonti di infezioni, quando non vengono date alle fiamme, con ripercussioni immaginabili sulla qualità dell’ aria.
Questa volta i Militari hanno intercettato uno di questi automezzi, in contrada Formica, e dopo averlo seguito per un tratto, l’ hanno colto nel mentre scaricava il contenuto del cassone in un fondo rustico.
Sul terreno sono stati depositati rifiuti di vario tipo, aggiungendosi ad altri preesistenti, fra cui imballaggi di cartone, residui tessili, plastiche, legno e di derivazione urbana e domestica. Il tutto su una superficie di circa 180 metri quadri.
I Carabinieri Forestali hanno proceduto nell’ immediatezza a sequestrare l’ area ed a identificare il conducente dell’ autocarro, risultato non iscritto all’ apposita sezione dell’ Albo Gestori Ambientali, requisito imprescindibile per poter svolgere l’ attività.
L’ automezzo, quindi, è stato posto anch’ esso sotto sequestro, mentre il “padroncino”, un 67enne, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Brindisi per il reato di gestione non autorizzata di rifiuti non pericolosi, a norma dell’ art. 256, comma 1, lett. a) e comma 2 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (“Testo Unico Ambientale”).
Si evidenzia che, essendo i procedimenti penali ancora nella fase delle indagini preliminari, le persone segnalate sono da ritenersi sottoposte alle indagini stesse e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.