Santa Teresa: ora spunta un cavillo. Niente proroga Cassa Integrazione. Lavoratori allibiti e allo stremo. Colpa del Governo o della Regione?
Sembrava il classico bel regalo di Natale e invece si è rivelato i peggior scherzo di Carnevale. E sì, proprio così. I dipendenti della Santa Teresa spa, la società in house della Provincia di Brindisi, si ritrovano in mezzo ad una strada dopo aver scoperto per proprio conto e sulla propria pelle, dopo tante insistenze e rimostranze riversate contro Provincia e Regione, che è spuntato un cavillo burocratico e normativo che non consente la prosecuzione della Cassa Integrazione in Deroga, scaduta il 29 dicembre scorso, e firmata nelle intenzioni in Regione nella stessa giornata, dopo che nella Legge di Stabilità 2018 il governo aveva inserito questa possibilità. Così si credeva di aver capito un po’ tutti. Ed invece, la Regione in queste settimane ha tardato, con grande stupore nonché attesa, ad emanare il relativo Decreto con cui si doveva attuare tale volontà. Si è scoperto, infatti, che, interpretando il comma 145 della Legge di Stabilità approvata in Parlamento, il Governo autorizza le regioni interessate a provvedere alla prosecuzione della Cassa Integrazione solo per quelle aziende che si son viste concedere la prima Cassa Integrazione entro dicembre 2016, a valere per tutto il 2017. Il Ministero, infatti, interpreta la concessione della Cassa Integrazione come decreto di attuazione, cosa che escluderebbe le società partecipate della regione Puglia, in primis Santa Teresa di brindisi e Alba Service di Lecce, per le quali il decreto porta la data successiva a 31 dicembre 2016 ma la concessione è entro i termini del 31 dicembre 2016. La Regione Puglia, invece, interpreta la concessione come decorrenza e in questo caso le due partecipate rientrerebbero nella Proroga. Ma se i funzionari della Regione Puglia non hanno il nulla osta del Ministero, non sarà possibile concedere tale proroga. Il che starebbe a significare il crollo della Santa Teresa perché senza Cassa Integrazione non sarà possibile riqualificare il personale e dare avvio al rinnovato piano industriale proposto dall’amministratore Giuseppe Marchionna. Una bomba sociale indescrivibile. E in questa situazione, anche la Provincia di Brindisi non sa che pesci prendere. In tutto questo, il sindacato Cobas ha già avviato una serie di manifestazioni di protesta che sono in programma da martedì prossimo, sia presso la Provincia di Brindisi che presso l’Ente di Lecce. E intanto, tutti questi lavoratori della Santa Teresa sono in pratica scoperti dal punto di vista economico da gennaio. Quanto potranno ancora andare avanti? La Provincia di Brindisi e la Santa Teresa sono chiamate a dare risposte concrete in ogni caso perché si tratta ancora di gente che alle dipendenze fattive della partecipata. Si preannuncia una intensa settimana di proteste. Peraltro legittime.