Brindisi, non è un mistero, viene considerata ovunque come una città in cui è possibile fare di tutto: realizzare impianti inquinanti, trasferire altrove quelli che funzionano bene (vedi comparto aeronautico), chiudere uffici pubblici e perfino tentare di accorparla ad altre province. Il tutto, è frutto di una classe politica spesso incapace di agire, ma soprattutto di una generale apatia che caratterizza ogni singolo cittadino. Partendo da questo dato, è necessario rendersi conto che è giunto il momento di svegliarsi, di puntare i piedi, visto che si sta imboccando una strada senza ritorno. Dopo i casi storici dei lavoratori ex Dow Chemical ed ex Evc, ci sono state le vertenze (mai risolte) dei lavoratori ex Termomeccanica ed ex Nubile, così come non va sottovalutato il destino degli ex lavoratori della centrale Edipower. Qualcuno, a Palazzo di Città, negli anni scorsi ha tentato disperatamente di mettere tutti intorno ad un tavolo, ma non si va da nessuna parte se c’è l’ostilità della Regione Puglia e soprattutto se parlamentari e consiglieri regionali non muovo un dito in maniera efficace per fare in modo che si apra una volta per tutte, in sede di governo, una “vertenza Brindisi” al cui interno collocare tutte le maggiori emergenze cittadine e della provincia. In questa ottica, va posto anche il problema della Santa Teresa, società partecipata della Provincia, che sta per buttare in mezzo ad una strada 120 lavoratori. Il tutto, è frutto di un piano di riordino delle Province che fa acqua da tutte le parti e che è servito solo a creare mille emergenze in ogni angolo del Paese. Il 31 dicembre si sta avvicinando, ma a pochi sembra interessare realmente. Come se 120 famiglie di nostri concittadini non contassero, come se bastasse scrollare le spalle per sentirsi a posto con la coscienza. Ed allora oggi più che mai sarebbe il caso che la gente si ribellasse, facendo sentire in ogni modo la propria voce. Peraltro, oggi spetta ai lavoratori della Santa Teresa, ma domani potrebbe spettare a quelli della Multiservizi, ai dipendenti della Camera di Commercio o a chiunque altro. Ed allora, proviamo a vivere queste festività natalizie non solo alla ricerca della nostra serenità, ma anche di quella delle 120 famiglie della Santa Teresa.