SANTA TERESA – ADESSO C’E’ DIVERGENZA DI VEDUTE ANCHE TRA SOCIETA’ E PROVINCIA

Incontro questa mattina presso la Provincia di Brindisi tra il Presidente Domenico Tanzarella e alcuni lavoratori della Santa Teresa, sorretti dal sindacato Cobas. Circa 70 lavoratori sono senza stipendio e senza Cassa Integrazione. Si chiede, insomma, il ritorno al lavoro anche perché’ si continua a non essere fiduciosi sul ripristino degli ammortizzatori sociali. Ma, durante l’incontro, si e’ materializzata una certa divergenza di pensiero, metodi e modi di operatività’ tra la Provincia e l’Amministratore della società’ Giuseppe Marchionna. In sostanza, Marchionna ha inviato una lettera a Tanzarella in cui si fa riferimento a circa 18 milioni di euro di nuove entrate per la Provincia, tra fondi regionali e statali, per manutenzione strade e scuole. Marchionna ha chiesto, pertanto, di far lavorare la Santa Teresa a regime, nell’interezza del suo organico, compresi gli impiegati. In effetti, alcuni lavori stradali sono stati affidati all’esterno per un valore di 200 mila euro, senza interpellare la societa’ in house, come doveva essere. Ma Tanzarella non ha condiviso il contenuto della richiesta di Marchionna, in riferimento soprattutto ai 10 milioni per manutenzione strade, perche’, ha detto, “si tratta di un finanziamento che dovrebbe ancora arrivare per coprire 5 anni e che per il 2018 si tratta solo di 750 mila euro. In ogni caso, Tanzarella per i lavori affidati all’esterno, ha comunicato che ne parlerà’ con i dirigenti per fare chiarezza, invitandoli si da ora ad affidare eventuali lavori alla società, ove fosse necessario e previsto. Di fondo, pero’, e’ emersa una diversa visione globale e operativa tra Provincia e Santa Teresa. Inoltre, Tanzarella ha ribadito che in presenza della procedura di Cassa Integrazione a zero ore, sia pur fittizia, non ci può’ essere un piano di affidamenti. Infine, Marchionna, da parte sua, ha inviato un’altra lettera , questa volta indirizzata alla Regione, chiedendo la partenza della Cassa Integrazione entro il 4 maggio, altrimenti si chiederanno i danni nelle sedi competenti e la societa’ si trovera’ costretta, tra l’altro, a riaprire la procedura di licenziamento collettivo. La situazione e’ ancora più’ confusa mentre cresce sempre di più’ la rabbia di tante famiglie.

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