Usca, al via entro giovedì tutte le unità. Come funziona la continuità assistenziale
Saranno operative entro giovedì prossimo tutte le Usca previste al momento in provincia di Brindisi. Due Unità speciali di continuità assistenziale sono attive a Ceglie Messapica, nel distretto di Francavilla Fontana, lunedì partirà quella di Torre Canne (distretto di Fasano), martedì le squadre di Brindisi e San Vito dei Normanni e giovedì di San Pietro Vernotico, per la zona di Mesagne. Alle Usca, una ogni 50mila abitanti in base al decreto legge numero 14 del 9 marzo 2020, viene affidata la gestione domiciliare dei pazienti Covid che non hanno bisogno di ricovero ospedaliero. “Fanno parte delle Usca – spiega il direttore sanitario della Asl, Andrea Gigliobianco – i medici di continuità assistenziale, i medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale e i laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti all’Ordine. Con la pubblicazione del primo bando della Asl di Brindisi sono pervenute poche richieste e abbiamo costituito soltanto una unità a Ceglie Messapica con sei medici. Nell’ultimo avviso, invece, abbiamo avuto oltre cento candidature che ci hanno consentito di selezionare 34 professionisti. È in corso anche il reclutamento di personale infermieristico per costituire, accanto a squadre di due medici. équipe miste con infermieri”.
L’attività delle Usca è stata anche definita nelle recenti linee guida varate dalla Asl nei primi giorni di novembre e stilate da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Consiglio dell’Ordine dei Medici della provincia di Brindisi, Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta, professionisti Asl referenti di Distretti sociosanitari, Dipartimento Medico, Servizio di Igiene e Sanità pubblica e di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Perrino.
Il direttore del Distretto sociosanitario Brindisi 3, Franco Galasso, referente organizzativo delle Unità di continuità assistenziale, sottolinea che “è il medico di famiglia ad attivare le Usca, operative ogni giorno, se con il triage telefonico si accerta che il paziente presenta sintomi che suggeriscono l’infezione da Covid: febbre, malessere generale, tosse, mal di gola, congestione nasale, cefalea, dolori muscolari, diarrea, perdita di olfatto e gusto. Il medico invia all’Usca la schede di triage e l’Unità di continuità assistenziale si occupa della valutazione diretta del paziente e dell”esecuzione del tampone molecolare nasofaringeo”.
Se il test è negativo la gestione del paziente resta di competenza del medico di famiglia. In caso di positività al tampone, l’Usca continuerà il monitoraggio clinico del paziente in collaborazione con il medico di famiglia che potrà attivare anche l’Assistenza domiciliare, consigliare accertamenti specialistici, esami di laboratorio e strumentali e prescrivere farmaci, in accordo con il medico dell’Unità di continuità assistenziale.
“Di fronte a un paziente positivo – conclude il dottor Galasso – il medico Usca deciderà il livello assistenziale più idoneo in funzione dei valori di ossigenazione periferica a riposo rilevati con saturimetro digitale e agli esiti del ‘walking test’, una camminata di sei minuti, per controllare frequenza respiratoria, cardiaca e pressione arteriosa sotto sforzo. Questo test fornisce elementi importanti per valutare le condizioni di salute del paziente e disporre un eventuale ricovero in ospedale”.