Ancora una volta, l’avvocato Rizzo ha perso un’ottima occasione per tacere. Le sue dichiarazioni sulla fine della sua esperienza da consigliere comunale appaiono come un maldestro tentativo di distorcere la realtà e anticipare il procedimento di decadenza che il Consiglio Comunale si stava apprestando ad avviare nei suoi confronti.
Il “grido d’allarme” con cui Rizzo si erge a improbabile paladino della legalità –per vero poco credibile, vista la sua posizione di imputato nel delicato processo penale per i fatti connessi alla gestione della società partecipata comunale Fiscalità locale s.r.l.– si traduce nell’ennesimo attacco infondato. Parlare di atti “illegittimi”, “falsi” e “illegali” senza alcuna prova concreta è un’operazione priva di credibilità e di serietà istituzionale.
Le dimissioni di Rizzo, infatti, non sono frutto di chissà quali illeciti, ma rappresentano una fuga di fronte alla realtà dei fatti: il Consiglio Comunale avrebbe presto dovuto avviare il suo procedimento di decadenza a causa dell’incompatibilità determinata dall’azione giudiziaria che egli stesso ha promosso contro il Comune. Un comportamento che solleva una domanda inevitabile: con quale senso delle istituzioni un consigliere comunale decide di portare in giudizio l’ente che è chiamato a rappresentare?
Questo atteggiamento è perfettamente in linea con il totale disinteresse dimostrato dall’avvocato Rizzo nei confronti del ruolo affidatogli dagli elettori. In quasi due anni di mandato, la sua costante assenza dalle sedute consiliari è stata la prova tangibile di una rappresentanza politica priva di impegno e responsabilità. Forse, per l’avvocato Rizzo, rappresentare quasi la metà della popolazione non è abbastanza se non può farlo da sindaco.
A questo punto, viene da chiedersi: i suoi elettori si sentono davvero ben rappresentati?
La sindaca
dott.ssa Maria Lucia Argentieri