Sabato prossimo, 23 settembre alle 17:30, nella sala del Capitello di Palazzo Granafei-Nervegna, nel contesto della cerimonia per l’assegnazione del “PREMIO FRANCO ARINA 2022”, ci sarà la presentazione del nuovo libro di Gianfranco Perri “PAGINE DEL ‘900 BRINDISINO”.
Gianfranco Perri è nato a Brindisi nel 1951 – proprio nel bel mezzo del ‘900 – e pochi giorni dopo aver compito il suo diciottesimo anno è partito per Torino, a studiare al Politecnico, per laurearsi ingegnere minerario nel novembre del 1974. Dopo sei mesi da Assistente nello stesso Politecnico, partì per l’Ecuador, in Sud America, per svolgere il servizio civile volontario di due anni come professore della Escuela Superior Politecnica di Guayaquil. A metà del 1978, invece di rientrare al Politecnico di Torino, decise di stabilirsi in Venezuela, giacché nel frattempo a Caracas aveva sposato una ingegnere venezuelana conosciuta al Politecnico di Torino.
A Caracas, lo attendeva una eccezionale carriera, accademica e professionistica: professore di Progettazione di Gallerie e capo del Dipartimento di Ingegneria mineraria nell’Università Centrale del Venezuela; Segretario della Società Venezuelana di Gallerie e Presidente della Società Venezuelana di Geotecnica; Progettista di più di centocinquanta chilometri di gallerie: autostradali, idrauliche, ferroviarie e metropolitane, in Venezuela, in Panamá, in Costa Rica, in Honduras, in Argentina, in Cile e in Colombia. Trasferitosi una decina d’anni fa negli USA, a Miami, continua ad occuparsi di consulenze nel capo delle costruzioni sotterranee in vari Paesi centro e sudamericani.
Ma non solo tutto questo. Da ormai una dozzina di anni, Gianfranco fa anche dell’altro: dell’altro completamente differente, come se si trattasse di tutta un’altra persona: scrive, e scrive “di Brindisi”. Ha cominciato nel già lontano 2011 a scrivere su vari periodici a stampa e poi online su una serie di pagine web.
Ma come fa Gianfranco Perri a scrivere di Brindisi e su Brindisi, se ha lasciato Brindisi da più di cinquant’anni? Ebbene perché Brindisi l’ha lasciata solo ufficialmente, in quanto non più residente a Brindisi, ma da Brindisi in realtà non si è mai veramente allontanato, sia fisicamente – mai per più di pochi mesi, pandemia a parte, senza ritornarci – e soprattutto mai idealmente, con la mente e con il cuore. Ecco spiegato perché, ancor prima di pubblicare queste “PAGINE DEL ‘900 BRINDISINO” ha anche pubblicato un’altra mezza dozzina di libri sulla storia di Brindisi, da appassionato studioso e soprattutto da impegnato e assiduo divulgatore della storia della sua plurimillenaria città.
“Anche con questo mio volume, al pari che con quelli che lo hanno preceduto, l’obiettivo perseguito è quello della divulgazione della storia cittadina. Un impegno il mio, rivolto specialmente ai giovani brindisini, affinché attraverso la scoperta e la conoscenza della storia possano – son certo sia inevitabile – imparare ad apprezzare e finanche ad amare questa loro città, incredibilmente ricca di storia, una storia plurimillenaria, interessantissima ed avvincente, troppo spesso trascurata ed a molti poco conosciuta.” [Gianfranco Perri]
Nelle “PAGINE DEL ‘900 BRINDISINO” sono raccolti ed ordinati alcuni degli articoli scritti e pubblicati nel corso degli ultimi anni, tutti in qualche misura relativi a fatti, cose, eventi, racconti e personaggi appartenenti alla storia relativamente recente di Brindisi, in particolare alla storia del secolo scorso, il Ventesimo: il 900 brindisino, appunto. Si tratta di cinquantacinque capitoli disposti seguendo la sequenza cronologica dei temi trattati in ognuno di essi, relativi quindi, agli anni che spaziano tra il primissimo Novecento e gli ultimi decenni dello stesso secolo. Ognuno dei capitoli del libro tratta un singolo tema e tutti i temi appartengono ad una stessa storia, particolarmente densa e per molti aspetti tumultuosa, una storia – quella di Brindisi – che ben merita di essere raccontata studiata ed approfondita per intero e, magari, in qualcuno dei lettori, proprio il contenuto di questo libro potrebbe stimolare la curiosità necessaria per farlo.
Questi, alcuni stralci della “Prefazione” al nuovo libro di Perri, scritta da Mario Antonio Caputo, Segretario della Società di Storia Patria di Brindisi:
«…Gianfranco Perri, anche attraverso i numerosi e singolari personaggi in cui si è imbattuto, ha ricostruito con dovizia di particolari e in modo cronologico la Brindisi del “Novecento”, in cui non mancano dissapori, lotte, clamorose riappacificazioni… Procedendo, per una sorta di percorso a tappe regolari, Perri ci introduce all’inizio del “Novecento”, quando l’economia locale era prevalentemente agricola, basata soprattutto sulla coltivazione della vite, quando fiorente era la produzione delle botti, “terziario” dell’economia brindisina, che varie imbarcazioni prima, e la “Valigia delle Indie” dopo, trasportavano per tutta l’Europa, fino a giungere a Bombay, nelle Indie orientali…
Gianfranco Perri non ha potuto ignorare che il secolo XX è stato caratterizzato da due guerre, “mondiali” per l’alto numero di Stati che parteciparono ai due conflitti. Anche in questo caso, l’Autore di “PAGINE DEL ‘900 BRINDISINO” si rifà a importanti accadimenti avvenuti a Brindisi nel corso di quei due tristi eventi ed è capace di allargare il racconto ad eventi precedenti e successivi, sapendoli perfettamente collegare, così da avere e da dare una visione completa della nostra città adriatica e del suo territorio sotto l’aspetto economico, sociale e politico. Coordinando e intersecando articoli e notizie sulle due guerre, Perri si è inoltrato in un arco di tempo che va dalla “Grande Guerra” fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale; ecco allora trattare eventi importanti, come quelli che indussero Re Vittorio Emanuele III a rifugiarsi a Brindisi, eleggendo la città a “Capitale del Regno del Sud”. Naturalmente, Perri non si ferma qui e si sofferma sullo sviluppo che ha avuto la città negli anni successivi alla Seconda Guerra, dando una visione completa della storia di Brindisi, nel corso del XX secolo…
Gianfranco Perri, col cipiglio del ricercatore, ha voluto riportare, con puntualità e puntiglio, luoghi e personaggi alla memoria dei brindisini, di quelli che amano leggere, che hanno radici, che amano la loro città nel bene e nel male. I vari capitoli che compongono il libro sono, in definitiva, parti di un unico racconto e mettono il lettore nella condizione di “attraversare” le pagine e svolgere l’esercizio del ricordare, affidandoci il compito e l’impegno di trasmettere e veicolare nel tempo un bagaglio ben definito e ben dettagliato…
Si è detto che Perri ci restituisce una sorta di cronaca di un tempo andato, dove difficilmente si trovano grandi fasti, ma dove certamente si trovano storie di fame, sacrifici, duro lavoro, gravosi pensieri di come sbracare il lunario, ma anche di rinascita che finalizza il modo di come stare al mondo, di come, insomma, il brindisino sia capace di districarsi sempre e comunque da situazioni che mai appaiono radicate, inculcando ai discendenti le “competenze” del vivere. Circostanze che non meravigliano, non alterano e non turbano il fatalismo del cittadino, spesso inamovibile come l’immobilità della città che, premiata dal buon Dio, riesce a (soprav) vivere senza scomporsi, ben consapevole che comunque, capace di accettare tutto, continuerà ad esistere nel tempo, rifiutando qualsiasi forma di ribellione…
Poi, ecco, il presente pronto a interrogarci, pronto a metterci alla prova, ma su ciò spesso si glissa, si passa oltre, perché rischia di rompere quell’equilibrio tutto brindisino che il brindisino si porta dentro. Perri con il suo lavoro, con i suoi scritti vuole metterci alla prova, anche se egli sa perfettamente che nonostante il mare sia agitato e burrascoso e minacci tempesta, la barca arriverà comunque in porto…
Appena dopo il “foglio di guardia” stampato, Gianfranco suggerisce anche di leggere (solo) le pagine che possano interessare il singolo lettore, consiglio che certo non troverà accoliti: il libro “PAGINE DEL ‘900 BRINDISINO” è interessante, scorrevole, accattivante e va letto tutto da cima a fondo.» [Antonio Mario Caputo]