A partire dal 25 marzo u.s. i lavoratori edili della provincia di Brindisi hanno qualche diritto in più. E ciò grazie alla recente sottoscrizione del Contratto Integrativo Provinciale risultato di un accordo tra Ance Confindustria Brindisi e le OO.SS. di categoria (FenealUil Brindisi, Filca Cisl Ta-Brindisi e Fillea CGIL Brindisi).
La Fillea Cgil Brindisi esprime grande soddisfazione per tale risultato, frutto di una lunga ma edificante trattativa tra le parti sociali che alla fine ha visto prevalere la volontà di premiare e tutelare le imprese sane e garantisce nuovi diritti contrattuali per i lavoratori edili della provincia di Brindisi. Era dal 2016 che non si provvedeva ad un rinnovo del contratto Integrativo Provinciale a Brindisi.
Un accordo che prevede varie clausole che miglioreranno le condizioni lavorative degli operai edili della provincia di Brindisi a titolo di prestazioni extra contrattuali e indennità varie. Tra le novità più significative di questo Contratto, va citata l’indennità di reperibilità che disciplinerà meglio il lavoro straordinario in situazioni di emergenza, riguardante soprattutto le maestranze di ditte subappaltatrici di lavori pubblici che gestiscono la manutenzione di reti e servizi.
E’ stata incrementata l’indennità giornaliera di mensa, l’indennità di trasporto, un contributo una tantum per la nascita dei figli dei lavoratori edili regolarmente dichiarati, ed è stato migliorato il bando della borsa di studio per consentire ai figli studenti dei lavoratori edili brindisini, di ottenere un contributo in base al voto conseguito e alla classe di merito.
Un provvedimento che avviene proprio nel periodo in cui la Cgil, anche a Brindisi, è impegnata nel coinvolgimento dei cittadini a votare i referendum abrogativi del prossimo 8 e 9 giugno affinché siano migliorate le condizioni di lavoro degli italiani. Si può dire che il rinnovo del CIPL edile di Brindisi e i referendum hanno un principio comune ossia quello di garantire migliori condizioni di lavoro per i lavoratori, partendo dall’avvenuta conquista di importanti diritti contrattuali tramite il Contratto per giungere, con i referendum, alla modifica o l’abrogazione di alcune norme che precarizzano il mondo del lavoro. Come per esempio l’abrogazione della norma introdotta dal jobs act che impedisce il reintegro nel posto di lavoro di tutti quei lavoratori che subiscono un licenziamento illegittimo e vengono liquidati con un risarcimento di al massimo sei mensilità. Invece per rispetto della dignità dei lavoratori colpiti da tali provvedimenti, quantomeno questo indennizzo andrebbe aumentato.
E’ necessario anche ridurre lo stato di ricattabilità dei lavoratori disciplinando meglio i rapporti di lavoro a termine affinché si ripristini l’obbligo delle causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato affinché si vincolino le aziende a motivazioni oggettive più stringenti. Questo perché un lavoratore reso ricattabile da una norma non potrà mai essere una persona libera.
C’è bisogno anche di maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto in settori come quello edile attraverso norme che permettano di individuare le giuste cause e responsabilità degli infortuni. E con il referendum chiediamo invece l’abrogazione di quelle leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori non in regola con le norme di sicurezza e chiediamo l’estensione delle responsabilità in capo alla stazione appaltante e alla committenza.
«Sicurezza sul lavoro e lotta alla precarietà non sono solo rivendicazioni sindacali – commenta il segretario generale della Cgil di Brindisi Marrimo Di Cesare -, sono questioni di dignità, giustizia e civiltà. Ogni giorno in Italia si muore lavorando, e questo è inaccettabile. È il segno di un sistema che mette il profitto davanti alla vita. La nostra Costituzione riconosce il lavoro come fondamento della Repubblica. Ma quale lavoro? Un lavoro sicuro, stabile, dignitoso. Un lavoro che non ti lascia in bilico tra un contratto a termine e l’altro, senza tutele né prospettive. La precarietà mina la libertà delle persone, rende ricattabili, impedisce di costruirsi un futuro. È una violenza sociale che va fermata. Per questo il nostro impegno è totale. Con i referendum di giugno vogliamo cambiare le regole del lavoro, restituire diritti a milioni di lavoratrici e lavoratori, e dire chiaramente che la sicurezza non è un optional, ma un diritto universale. Lo diciamo con forza da Brindisi: senza lavoro sicuro, non c’è libertà. E senza libertà, non c’è vera democrazia».
Nei prossimi giorni la Fillea Cgil Brindisi sarà su tutto il territorio provinciale con assemblee e iniziative con i lavoratori edili per divulgare l’importanza dei diritti conquistati con il Contratto integrativo provinciale e ribadire con forza la necessità di andare a votare i 5 SI ai referendum abrogativi dei prossimi 8 e 9 giugno per restituire maggiore dignità al mondo del lavoro.
IL SEGRETARIO GENERALE
Fillea Cgil Brindisi
Giuseppe Maggiore