CONTRASTO DEI CARABINIERI FORESTALI AL “RIFIUTO SELVAGGIO”
LA GESTIONE ILLECITA DEI RIFIUTI RESTA LA PRINCIPALE
EMERGENZA AMBIENTALE IN PROVINCIA DI BRINDISI
64 PERSONE DENUNCIATE NEL 2021 – GIA’ 18 NEL PRIMO BIMESTRE 2022
In provincia di Brindisi la gestione illecita di rifiuti rappresenta costantemente la principale emergenza ambientale. I Carabinieri Forestali, organizzazione speciale dell’ Arma e prima polizia ambientale a livello nazionale ed europeo, hanno il “termometro” aggiornato della situazione, esercitando quotidianamente un’ azione di contrasto a tutto campo sul territorio.
Non vengono tanto considerati gli episodi di abbandoni di rifiuti in ambito urbano, sui cui sono concentrati per lo più gli agenti di Polizia Locale, quanto i fenomeni di deterioramento ed inquinamento delle aree esterne, rurali, boschive e periurbane, terreno privilegiato per riversare carichi di rifiuti di diverso genere, pericolosi e non pericolosi, attraverso un’ attività capillare di raccolta e trasporto non autorizzata, eludendo così i costi connessi, soprattutto quelli di smaltimento.
Nella provincia messapica, i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Brindisi, Ceglie Messapica e Ostuni, e del Nucleo Investigativo del Gruppo (NIPAAF) hanno effettuato, nel 2021, 853 controlli sul territorio, con verifiche su 478 persone e 261 veicoli; ne è emerso l’ accertamento di 76 reati, con 64 persone denunciate e 49 sequestri, per lo più su aree adibite a discarica abusiva.
Gli illeciti amministrativi accertati sono stati 45, per un importo complessivo delle sanzioni di oltre 81.000 euro.
Il 2022 è iniziato con un’ ulteriore intensificazione dei controlli, da cui emerge un “trend” all’ aumento di questi reati ambientali: nel bimestre gennaio-febbraio sono stati effettuati 267 controlli (verificati 138 persone e 66 veicoli), con 15 reati accertati e 18 persone denunciate; 15 i sequestri.
Le violazioni fanno tutte capo alle norme del “Testo Unico Ambientale” (Decreto legislativo n. 152 del 2006), in particolare agli articoli 133 e 256 (scarichi e gestione rifiuti); a questi si aggiunge il 256-bis, introdotto dal legislatore nel 2014, che punisce severamente la combustione illecita di rifiuti, fenomeno deprecabile e di grande allarme sociale, diffuso soprattutto in talune aree del Mezzogiorno, ivi compreso il Brindisino.
Il legislatore, nel 2015, ha anche concesso un regime di favore per quegli episodi di abbandoni e depositi incontrollati di rifiuti, laddove gli stessi siano non pericolosi, e rimuovibili dal trasgressore senza pregiudizio per l’ ambiente (inquinamento), secondo prescrizioni asseverate impartite dall’ Autorità giudiziaria che, dietro pagamento di una sanzione (multa), non dà corso ad un procedimento penale.
L’ azione di contrasto dei Carabinieri Forestali si concentra su alcuni settori di produzione di rifiuti, per cui è più frequente lo smaltimento illecito, quali i cantieri edili, le officine di autoriparazione ed i frantoi oleari.
Soprattutto per i primi due settori, quando vi è attività illecita, la raccolta, il trasporto e lo smaltimento sono assicurati da soggetti, più o meno organizzati, attrezzati con autocarri quasi mai iscritti all’ Albo dei Gestori Ambientali, i cosiddetti “padroncini”, che operano nell’ assoluta illegalità, con risultati sotto gli occhi di tutti, come il degrado di vaste zone rurali e boscate, soprattutto attorno al capoluogo (vedasi il sequestro di una vasta discarica nell’ area a verde della storica Villa Pignicedda, ormai in completo abbandono), ma anche nel francavillese e nella cintura meridionale della provincia.
Proprio in quest’ ultima area, circa due anni fa, i Carabinieri Forestali hanno portato a termine una lunga e complessa operazione, denominata “TAXI WASTE”, che ha permesso di assicurare alla giustizia un’ organizzazione che si occupava della raccolta, trasporto e smaltimento illecito di rifiuti fra le province di Brindisi e Lecce. L’ indagine è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo salentino.
L’ azione in crescente intensità dei Forestali dell’ Arma, oltre al presidio del territorio, fa sempre più ricorso alla tecnologia ed alla rete di videosorveglianza, che tende ad infittirsi anche al di fuori dei centri urbani. Resta comunque fondamentale il rapporto di fiducia con i cittadini, che possono segnalare alle Centrali Operative (112 e 1515) con immediatezza ed in modo circostanziato, episodi di aggressioni illecite all’ ambiente naturale.