Radici del sindacato – opposizione in Cgil Brindisi, appoggia e sostiene le richieste formulate dalle RSU-RSA delle ditte appaltatrici petrolchimico eni-versalis di Brindisi, dopo averle condivise con i Lavoratori riuniti in assemblea.
In questo momento storico caratterizzato da una forte crisi industriale che rischia di implodere in tutta la sua drammaticità occorre mettere in campo ogni sforzo per salvaguardare i livelli occupazionali.
È necessario, quindi, unire tutto il movimento dei lavoratori, evitando di cadere nella trappola di chi fino ad oggi ha diviso il mondo del lavoro nel sito industriale ENI – VERSALIS facendo uno stucchevole distinguo tra dipendenti “diretti “ e lavoratori delle ditte appaltanti.
Non c è più tempo da perdere: si deve immediatamente avviare una solida azione collettiva coinvolgendo tutto il nostro territorio per costringere queste multinazionali, tra i cui azionisti c è il Governo, a presentare un piano industriale credibile che dia futuro certo a tutti i lavoratori. È urgente convocare una assemblea alla presenza di tutte le segreterie, alle quali si chiede, oltretutto, di acquisire preliminarmente nella trattativa in corso un report in cui viene riportato il quadro completo delle aziende coinvolte ed il numero dei Lavoratori interessati.
Inoltre, è opportuno prevedere la presenza di una delegazione ai tavoli istituzionali, in primis al tavolo ministeriale, in rappresentanza del costituito coordinamento di fabbrica, per realizzare percorsi inclusivi, collettivi e condivisi.
Si chiede, poi, soprattutto, che ci sia la massima unità sindacale, così come quella espressa nell’ assemblea del 23/u. s. che ha visto il coinvolgimento di centinaia di lavoratori: basta divisioni!
L’intero territorio Brindisino deve essere in grado di fare sistema in una battaglia complessa, in una provincia che fino ad oggi non è stata in grado di fermare questa deriva padronale dove – ribadiamo – società partecipate dallo Stato che producono complessivamente utili esagerati ed extra profitti, prima sfruttano il nostro territorio e poi scappano via. Perché di questo si tratta! Si rilanci invece il suddetto sito produttivo con un piano aziendale credibile che guardi in prospettiva e custodisca tutti i livelli occupazionali.
Si azzeri tutto e si riparta da un radicale cambio di paradigma della discussione: i lavoratori non vogliono sentir parlare di licenziamenti, di esuberi, di ammortizzatori sociali finalizzati poi ad essere espulsi dal mercato del lavoro, ma pretendono con dignità di poter continuare ad essere LAVORATORI IN PRODUZIONE!