PROTESTA IN PROVINCIA, LA SOLIDARIETA’ DEL PRESIDENTE BRUNO

Questa mattina i dipendenti della Provincia di Brindisi hanno scioperato in segno di protesta contro il Governo che non da’ risposte in merito alla richiesta di garantire i servizi fondamentali e la tutela dei posti di lavoro. Il presidente Maurizio Bruno ha scritto un lungo post sulla sua pagina Facebook, sempre molto attiva e seguita, in cui si rivolge proprio ai lavoratori dell’ente.

“Voglio esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanza ai dipendenti della mia Provincia e ai dipendenti di tutte le Province d’Italia, che oggi hanno incrociato le braccia in segno di protesta contro una riforma che è stata ideata bene, ma progettata male e realizzata peggio.
Ne stiamo pagando le conseguenze tutti: amministratori, lavoratori e cittadini. L’idea di fondo della riforma era condivisibile e condivisa: eliminare o comunque contenere le Province e trasferire le loro funzioni a Stato, Regione e Comuni.
E invece cosa è stato fatto? Hanno solo tolto i soldi, lasciando alle Province il delicato e vitale incarico di curare l’edilizia scolastica, la manutenzione delle strade e la tutela ambientale.
Le Province quindi oggi sono chiamate a fare esattamente quello che facevano prima, ma con i soldi del Monopoli. Le conseguenze? Scuole meno sicure, strade meno sicure, lavoratori licenziati o trasferiti, e altri in procinto di seguire la stessa spaventosa sorte.
Tutto questo non è più tollerabile. Non è da paese civile, non è da classe politica chiamata a rispettare quantomeno le regole che essa stessa si da. Il Governo ora deve ascoltarci, e deve porre rimedio a questa indicibile ingiustizia. Se le Province devono continuare a occuparsi della sicurezza e della salute dei cittadini e dei suoi ragazzi, allora che siano restituite loro le somme che in questi anni ci sono state indebitamente sottratte con continui tagli e prelievi. Non possiamo essere noi il bancomat dei governi nazionali. Questa è prepotenza. Il Governo si sta comportando come quel bullo che prima ruba al compagno di classe i soldi per la merenda e poi lo obbliga a fargli i compiti. Né più né meno. E tutto questo non lo possiamo più tollerare”.

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