Pronto soccorso di Brindisi: pochi gli infermieri in accettazione/triage
Sono 58 mila gli accessi annui al Pronto Soccorso di Brindisi ma l’attività quotidiana di chi opera in accettazione/triage è sempre più difficile.
Quello che si può evincere, infatti, dai dati statistici, estrapolati dal sistema informatico in uso, è che pur rimanendo costanti, dal 2015 ad oggi, gli accessi, se non addirittura diminuiti, sono notevolmente aumentati le prestazioni erogate, complici sicuramente la carenza/assenza di posti letto oltre che la susseguente medicina difensiva.
59307 gli accessi nel 2015 di cui circa l’80% con codice di gravita verde e giallo, poco più del 5% con codice di gravità bianco e poco più di 578.ooo le prestazioni effettuate.
57000 gli accessi invece nel 2017 di cui il 90% con codice di gravità verde e giallo, poco più del 3% con codice di gravita bianco, 696536 le prestazioni erogate e 148653 le consulenze specialistiche effettuate.
Da questi pochi dati, quindi, possiamo dedurre innanzitutto che ciò che spesso viene sbandierato come il problema del pronto soccorso non sono i codici bianchi, che è pur vero che sono diminuiti gli accessi ma è aumentata la complessità assistenziale e che il notevole aumento delle prestazioni e delle consulenze effettuate hanno portato inevitabilmente al dilatarsi dei tempi di attesa e del sovraffollamento in pronto soccorso.
Va da sé, che i due infermieri dedicati all’accettazione/triage, pur lavorando con la massima diligenza e professionalità, è palesemente esiguo ad assicurare un’assistenza adeguata, ne sarebbero necessari almeno tre con il supporto di un operatore sociosanitario. In momenti di elevato afflusso, circostanze ormai frequenti, sono stati registrati più di 70 utenti in attesa sia per i codici gialli che per i verdi, alle valutazioni dei pazienti appena giunti si sommano quelle di coloro che attendono, amplificando il potenziale rischio di eventi avversi. Gli enormi carichi di lavoro mettono a rischio i pazienti e gli stessi professionisti che, oltretutto, sono esposti ad uno stress psicofisico inaccettabile dal quale consegue un potenziale incremento di errori e di conseguenti denunce da parte dei pazienti e dei loro familiari.
Spesso, inoltre, come più volte denunciato, le estenuanti attese dei pazienti e dei loro accompagnatori degenerano in irriferibili ed ingrate aggressioni verbali e persino fisiche. Aspettiamo quindi, fiduciosi, i più volte annunciati, ma ancora non avviati, interventi strutturali, tecnologici ed organizzativi che dovrebbero alleviare i notevoli disagi di cittadini ed operatori.