Pur nel ristretto ambito consentito dai capi di imputazione individuati, è stata fatta giustizia nel processo penale a carico degli esponenti di Enel, imputati per i danni prodotti dallo spandimento delle polveri di carbone nei pressi della centrale di Cerano e del suo carbonodotto.
Legambiente, costituita parte civile tramite l’avvocato Stefano Latini, in rappresentanza del comitato regionale dell’associazione, ritiene che le condanne ed i risarcimenti comminati con la sentenza del 26 ottobre testimonino il rapporto causale fra lo spandimento delle polveri di carbone ed il danno riconosciuto.
«Siamo soddisfatti del risultato raggiunto – commentano Francesco Tarantini e Nicola Anelli, Tuttavia è importante ora aprire un nuovo procedimento, anche alla luce dei dati sanitari ed ambientali allarmanti diffusi, per accertare la sussistenza di quei reati, dall’inquinamento al disastro ambientale, dal danno ambientale a quello sanitario, che oggi sono sanciti nel codice penale dopo l’approvazione della Legge sugli Ecoreati»