Si conclude con l’assoluzione del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatrico Meridionale Ugo Patroni Griffi e di tutti gli altri imputato la vicenda giudiziaria collegata a presunti abusi edilizi compiuti in fase di realizzazione le recinzioni ed i varchi doganali del porto di Brindisi. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi Maurizio Saso ha ritenuto che “i fatti non sussistono” ed ha disposto anche la restituzione di tutte le aree che da anni sono sotto sequestro giudiziario all’internod ella struttura portuale di Brindisi e per le quali solo a icembre del 2022 era giunto un dispositivo dello stesso giudice Saso di “facoltà d’uso”.
Il pubblico ministero Raffaele Casto, come è noto, aveva chiesto una condanna a 4 anni e 45 giorni per Patroni Griffi, a 7 mesi e 15 giorni per il dirigente dell’area Demanio dell’ente portuale Aldo Tanzarella, a 3 anni e 4 mesi per il funzionario comunale Teodoro Indini, a 3 anni e 4 mesi per l’ex sub-commissaria del Comune Maria Angela D’Anzì, a 6 anni e 3 mesi per l’ingegnere Francesco Di Leverano, a un anno e due mesi per limprenditore Pierluigi Aloisi, a due anni per l’ingegnere Antonio Iaia e un anno per Antonella Antonazzo.
Nei confronti delle persone coinvolte nel processo erano stati ipotizzati ben 23 capi di imputazione. Questa vicenda giudiziaria, a dire il vero, si sarebbe potuta chiudere prima se solo dall’ufficio tecnico del Comune di Brindisi ci fosse stato un atteggiamento meno di chiusura, in maniera tale da poter stabilire la conformità urbanistica delle opere. Ed invece le persone coinvolte sono rimaste “in attesa di giudizio” per anni e il porto non ha potuto utilizzare infrastrutture realizzate da lungo tempo. Davvero una brutta pagina che si sarebbe potuta evitare.