I nove componenti della Commissione consultiva locale dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale faranno bene a leggere con molta attenzione tutta la documentazione prodotta prima di alzare la mano ed esprimere un voto favorevole (anche se si tratta di un organismo consultivo). La riunione è prevista per domani, giovedì 29 marzo, con all’ordine del giorno la determinazione del numero massimo delle autorizzazioni per l’esercizio delle operazioni portuali nel porto di Brindisi, la ricognizione della realizzazione del programma operativo da parte delle imprese portuali, il parere sul rinnovo delle autorizzazioni alle imprese portuali Doriano srl, Ecologica spa e SIR srl e l’avvio della procedura di gara per l’individuazione del nuovo soggetto giuridico per la fornitura di lavoro temporaneo nel porto di Brindisi.
Ma andiamo per ordine. Per quanto riguarda il numero massimo delle autorizzazioni delle imprese portuali, ai componenti del Comitato è stata fornita una bozza del decreto presidenziale al cui interno si dà per scontato il parere positivo della stessa Commissione “all’unanimità”. Nel decreto presidenziale il prof. Ugo Patroni Griffi lascia inalterato il numero massimo di imprese portuali (14 imprese) in considerazione del fatto che “i dati di traffico complessivi hanno fatto registrare un trend sostanzialmente positivo”.
In realtà, in un altro documento fornito ai componenti della Commissione (ricognizione e verifica delle imprese autorizzate), a pagina 2 si legge che a Brindisi si è registrata una contrazione dei traffici portuali rispetto al 2016, con un meno 5,8%, pari a 590.000 tonnellate in meno. Viene da chiedersi, pertanto, il motivo per cui si lascia aperta la porta ad altre due imprese portuali (attualmente sono dodici) pur in presenza di un calo di movimentazioni nello stesso porto.
E non è tutto: Nell’esame del lavoro svolto dalle imprese portuali (e quindi anche allo scopo di verificare se hanno mantenuto gli impegni assunti) non si riesce a stabilire da nessuna parte (nonostante si tratti di una verifica predisposta dal Dipartimento di esercizio dei porti di Brindisi e Monopoli) se le stesse imprese portuali applicano puntualmente il contratto collettivo nazionale dei porti ai propri dipendenti. Non è un elemento da poco, tanto più se si considera che eventuali risparmi sul costo del personale potrebbero generare della concorrenza sleale tra imprese.
Per quanto riguarda, invece, il parere sul rinnovo delle autorizzazioni a tre imprese portuali è bastato che il nostro cronista effettuasse un controllo a campione per scoprire alcuni aspetti forse sconosciuti anche al presidente ed al segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale. In riferimento alla SIR srl, ad esempio, il Dipartimento di esercizio porti di Brindisi e Monopoli (a firma dell’avvocato Rosario Arcadio e del dott. Aldo Tanzarella) afferma che la SIR ha stipulato un contratto con Enel Produzione per circa 6,7 milioni di euro (ma non si specifica se si tratta di attività che hanno a che fare con il porto e quindi con i compiti di una impresa portuale) ed ha un contratto di fornitura di servizi di logistica integrata con la Border Trade srl, per un importo di 1,85 milioni di euro. Abbiamo deciso di investire sette euro per una visura camerale (ma non avrebbe potuto farlo anche l’ente portuale?) ed abbiamo appreso che la società Border Trade srl lo scorso 6 dicembre 2017 ha cambiato nome. Adesso si chiama REMEDIA srl, ha sede a Carovigno (nella stessa via dove aveva sede precedentemente la SIR), ha un capitale sociale di soli 900 euro, è amministrata da Salvatore Roma, ha come attività prevalente il commercio all’ingrosso di bevande alcoliche e soprattutto risulta inattiva alla Camera di Commercio. Ed allora, qualcuno all’ADSP ha verificato in cosa consiste questa fornitura di servizi di logistica?
Lo ripetiamo: abbiamo fatto solo un esempio. Poi i componenti della Commissione consultiva si regolino come vogliono. E decidano per il meglio anche in riferimento all’avvio della procedura di gara per l’individuazione del nuovo soggetto giuridico per la fornitura di lavoro temporaneo nel porto. Nella relazione di sintesi consegnata alla commissione consultiva, si afferma che è necessaria una gara pubblica, con procedura aperta, a rilevanza comunitaria. L’affidamento avrà una durata di otto anni, più una eventuale proroga di un anno. Il fatto strano ed incomprensibile è che alle imprese partecipanti viene richiesto di avere adeguato personale e risorse proprie, con specifiche professionalità nell’esecuzione di operazioni portuali. In realtà, chi vince dovrà (giustamente) farsi carico dei 17 dipendenti di chi svolge il servizio attualmente ed anche del direttore amministrativo. Ed allora, a che serve imporre la presenza nel proprio organico di personale qualificato per le operazioni portuali quando le stesse eventualmente dovranno essere svolte dal personale che transiterà per effetto della clausola sociale?
Insomma, un bel motivo – tutto ciò che abbiamo sottolineato – perché prima di alzare la manina i componenti della Commissione consultiva domani leggano bene i documenti che sono stati forniti.