“Portiamo in piazza i nostri corpi e le nostre parole: prevenzione, educazione e formazione per eliminare la violenza maschile

Non Una Di Meno di Brindisi, nella giornata mondiale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne, lunedì 25 novembre 2024 terrà un sit-in con la partecipazione delle scuole in Piazza della Vittoria dalle ore 9 alle ore 13. Delegazioni di studentesse e studenti del Licei Palumbo, Marzolla, Fermi-Monticelli, dell’ITT Giorgi, dell’IISS Majorana, dell’ITET Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi, dell’IPSSS Morvillo-Falcone e un gruppo di studentesse dell’Università del Salento porteranno cartelli, striscioni e i loro contributi per dare vita ad un’assemblea che accoglierà diverse forme di espressione.

Non possiamo più assistere alla morte di ragazze come Aurora di 13 anni, Sara di 18 anni e Giulia Cecchettin di 22 anni, insieme a tante altre, uccise barbaramente da coetanei per la sola colpa di essere donne che volevano costruire liberamente il proprio futuro.

Non vogliamo più contare le morti da femminicidio, ma rafforzare il processo di liberazione dal potere patriarcale che riproduce la violenza maschile e di genere, indicando nuove alternative basate sul rispetto, il consenso e l’accettazione della libertà femminile. La violenza è strutturale e coinvolge tutte le generazioni. I giovani, pur essendo fautori del cambiamento, sono anch’essi intrisi di pregiudizi e stereotipi sessisti che sfociano in diverse forme di violenza contro le ragazze e in azioni violente, spesso brutali, anche di gruppo da parte dei ragazzi.

Possiamo e dobbiamo ora costruire il cambiamento attraverso la prevenzione, l’educazione e la formazione come strumenti fondamentali. Ancora su di esse non si investe in termini strutturali e con i necessari tempi e finanziamenti. La prevenzione è un aspetto trascurato in Italia, nonostante la Convenzione di Istanbul lo richieda, e si evidenzia la mancanza di campagne e di formazione adeguata. Siamo ancora lontani da un vero cambiamento culturale, è necessario investire nei centri antiviolenza, essenziali per il supporto delle donne ed eliminare le criticità del sistema di protezione.

I dati sulle politiche antiviolenza parlano chiaro: l’attuale governo ha tagliato del 70% i fondi per la prevenzione della violenza di genere nel corso del 2023. Dagli oltre 17 milioni di euro nel 2022 si è scesi ai 5 milioni nel 2023. Eppure la violenza di genere è continua, quotidiana e si manifesta in diverse forme come la violenza fisica, psicologica, economica, lo stalking, la violenza sessuale, le molestie sui luoghi di lavoro, la violenza assistita dai minori, il catcalling, fino al femminicidio, e per questo va contrastata in modo efficace e coordinato prima che si verifichi.

Nel 2024 si contano 99 femminicidi e almeno altri 40 tentati femminicidi, solitamente preceduti da maltrattamenti, violenze e stalking che si ripetono da tempo, a volte già denunciati, a volte mai denunciati.

Sempre più urgente ci appare la necessità di restare vive e “disarmare il patriarcato”, contrastando la violenza, la guerra, che sembrano essere diventate un fatto “normale”. Siamo colpite direttamente come donne dall’aumento vertiginoso delle spese militari deciso dall’attuale governo, mentre al contempo si tagliano i fondi pubblici per i centri antiviolenza, per la sanità e la scuola.

È un presente difficile quello che stiamo vivendo in Italia e nel mondo e che condiziona pesantemente anche e soprattutto la vita delle donne. Siamo immersi tutti in questo clima pubblico fatto di odio, sopraffazione, politiche di repressione del dissenso, disumanità, di riduzione degli spazi di democrazia e di libertà di pensiero e di scelta, in particolare delle donne sul proprio corpo, dei più deboli, dei migranti.

È una deriva autoritaria del potere patriarcale nella sua attuale forma di neoliberismo sfrenato e rapace che aumenta le disuguaglianze, lo sfruttamento, le ingiustizie sociali, la devastazione ambientale. Ecco perché è necessaria, a partire dalla scuola, un’educazione affettiva e sessuale consapevole basata sul rispetto e sul consenso, contro ogni forma di autoritarismo e discriminazione, per abbattere la cultura dominante patriarcale e affermare dei modelli relazionali alternativi alla violenza maschile sulle donne e di genere.

Aderiscono:

-Associazione Io Donna Centro antiviolenza Brindisi

-Anpi sez. di Brindisi

-Coordinamento Donne SPI/CGIL di Brindisi

-La Collettiva Trans Femminista Queer di Brindisi

-ARCI Brindisi

-ARCI Progetti SAI (Sistema Accoglienza Inclusione)

-Commissione per le Pari Opportunità- Comune di Brindisi

-Coop. Solidarietà e Rinnovamento

– Terziario Donna Confcommercio BR

– Alice’s Wow World of Wonder Brindisi

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