PIU’ SPIAGGE A LECCE CON IL PIANO DELLA COSTA. LUPERTI: A BRINDISI E’ PRONTO DAL 2014!!!

E’ di questi giorni la notizia riguardante la scelta del Comune di Lecce di adottare un Piano della Costa che preveda l’aumento degli stabilimenti balneari da 17 a 27, così come di chioschi, strutture sportive, parchi acquatici e corridoi per gli sport acquatici.

Lecce, insomma, tenta di crescere ulteriormente dal punto di vista turistico puntando sul mare.

E Brindisi, invece, che il mare ce l’ha in casa che cosa fa? Ne abbiamo parlato con l’ex assessore all’Urbanistica durante la giunta-Consales (2012-2016) Pasquale Luperti.

“La notizia del varo di un Piano della Costa da parte del Comune di Lecce mi fa piacere per i ‘cugini’ salentini – afferma Luperti – ma riapre una ferita per quello che Brindisi è riuscita a fare negli anni in cui ho svolto le funzioni di assessore all’urbanistica. Non è presunzione, m semplicemente la realtà: Brindisi è stato uno dei comuni più avanti degli altri in Puglia! Noi il Piano della Costa che adesso è stato presentato a Lecce lo abbiamo approvato in Giunta il 3 luglio del 2014!!!”.

– Tanto tempo prima rispetto ad altri…

“Probabilmente i brindisini non l’hanno compreso, ma Brindisi era davvero davanti a tutti. Per poter predisporre il piano della costa io e il sindaco Consales compiemmo un autentico miracolo, giungendo alla sdemanializzazione di decine e decine di aree occupate dai militari. Stabilimmo una interlocuzione molto positiva con il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare e con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, oltre che con il Ministro della Difesa Roberta Pinotti. Compresero che per Brindisi era importantissimo tornare in possesso di tante aree demaniali militari (tra cui il deposito catene, affianco al Monumento al Marinaio e cala Materdomini) e quindi si giunse alla consegna di tali aree al Comune di Brindisi. Fu un evento storico che, però, rischia di essere vanificato a causa dell’immobilismo di questa Amministrazione. Non c’è un solo progetto di riutilizzo di quelle aree demaniali e quindi si rischia di doverle restituire allo stato”.

– Fu proprio grazie alla soluzione del problema delle aree demaniali militari che riusciste a redigere e ad approvare il Piano della Costa. Vero?

” Proprio così – aggiunge Luperti – e devo dire che non fu facile convincere la nostra maggioranza che con il Piano della costa avremmo impresso una svolta alla città, puntando con decisione sull’utilizzo del mare come volano di sviluppo turistico. Scattarono veti incrociati, anche da parte di chi – ancora oggi – occupa ruoli di primo piano nella politica cittadina. Del resto, proprio in questa politica dei ‘no’ si trova la spiegazione di una città ridotta all’agonia come quella dei nostri giorni”.

– Insomma, eravamo avanti agli altri e ora – dopo cinque anni – siamo costretti ad inseguire chi stava dietro di noi…

“Purtroppo è così. Io penso che proprio episodi terribili come quello del Piano della Costa debbano indurre tanti brindisini a ribellarsi, a tornare a svolgere un ruolo attivo per evitare che Brindisi finisca in un tunnel senza uscita. Forse è davvero giunto il momento di dire basta”.

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