Ecco la nota dell’Ordine degli Ingegneri:
Buongiorno Direttore,
leggiamo sulla sua pagina quotidiana del 23 novembre c.a. di una iniziativa della Confesercenti provinciale in merito alla “pista ciclabile su viale Aldo Moro” a Brindisi.
Siccome veniamo coinvolti in una presunta “convocazione” da tenersi il 27 novembre, imperiosamente imposta, ma a noi mai arrivata ufficialmente, teniamo intanto a precisare che, forse per mero refuso, ma che è utile chiarire perché ciò non sia interpretabile in maniera distorta dai suoi pregiatissimi lettori, l’Ordine degli Ingegneri di Brindisi è un Ente Pubblico non economico, e, pertanto, non può certamente essere “convocato” da terzi non averti questa facoltà, salvo che non sia il CNI o il Ministero di Grazia e Giustizia, con l’aggravante che la presunta “convocazione”, avvenendo a mezzo stampa, crei una attesa non legittima.
Ma questo è uno dei mali dei tempi che viviamo, nei quali l’approfondimento di quello che scriviamo e leggiamo è merce rara.
Ciò detto, siamo invece assolutamente disponibile ad essere sentiti e concordare, in tal caso, una riunione o una assemblea (seminario, convegno, quant’altro sia utile) su argomenti che abbiamo anche un profilo di interpretazione tecnica, in termini sia di normativa che di procedura di attività progettuale nell’ambito delle esigenze del territorio.
Abbiamo grandi qualificazioni all’interno dell’Ordine e degli iscritti, ma in caso di necessità, nessun iscritto è delegato a rappresentare il pensiero dell’Ordine se non debitamente autorizzato.
E’ sufficiente, ma direi anche obbligatorio, interpellare direttamente il Presidente dell’Ordine, o scrivere allo stesso, capirete che ha grande disponibilità di servizio, per avere tutte le risposte che servano a chiarire quanto di nostra esclusiva competenza, non volendo e non potendo entrare nel merito delle altrui competenze.
Quindi, oltre a dichiarare la assoluta, ripetiamo, disponibilità, cogliamo comunque qui l’occasione per dare il nostro preventivo contributo all’argomento, sancendo quali sono i limiti tecnico procedurali che lo interessano.
La scelta di realizzare la pista ciclabile su viale Aldo Moro è derivata a seguito dell’accesso a un Bando Ministeriale, cui il Comune di Brindisi ha aderito, relativo al “Programma di Incentivazione della Mobilità Urbana Sostenibile (PrIMUS)”.
Come dettagliato nel Decreto Direttoriale del 19 febbraio 2020, a firma del Direttore Generale D.ssa Giusy Lombardi del Ministero dell’Ambiente, intitolato PROGRAMMA DI INCENTIVAZIONE DELLA MOBILITÀ URBANA SOSTENIBILE (PrIMUS), il finanziamento incentivava esclusivamente “NUOVE PISTE CICLABILI IN SEDE PROPRIA”, e perché ciò sia chiaro in maniera definitiva riporto esattamente in corsivo l’estratto di tale articolato.
“Articolo 1
Modifiche al punto 1 dell’Allegato 2 al decreto direttoriale n. 417/CLE del 21 dicembre 2018
1. Il punto 1) dell’Allegato 2 al decreto direttoriale n. 417/CLE del 21 dicembre 2018 è modificato come di seguito riportato:1) L’azione di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a) incentiva la realizzazione di uno o più interventi tra i seguenti:
1.a) NUOVE PISTE CICLABILI IN SEDE PROPRIA, a unico o doppio
senso di marcia, riservate alla circolazione delle biciclette, con sede fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore e ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili.”
Non vi sono riportati altri tipi di interventi che fossero incentivabili.
Il decreto direttoriale n. 417/CLE del 21 dicembre 2018, all’art. 3, poi, cui fa riferimento il finanziamento, è il seguente:
Articolo 3 – Azioni cofinanziabili e Progetto Operativo di Dettaglio (P.O.D.) 1.
Sono cofinanziabili i Progetti Operativi di Dettaglio (P.O.D.) riferiti alle seguenti azioni: a) realizzazione di nuove piste ciclabili in grado di rispondere alla domanda di spostamenti urbani casa-scuola e casa-lavoro.
Ora, quali sono le piste ciclabili in sede propria?
Ce lo dice la Norma specifica in materia, che è il Decreto Ministero dei Lavori Pubblici del 30 novembre 1999, n. 557.
Corretto dimensionamento delle piste ciclabili
Il tema delle dimensioni, in larghezza, delle piste ciclabili, sembrerebbe banale ma il fatto che, a tutt’oggi, si vedano infrastrutture ciclabili realizzate con dimensioni ben sotto ai limiti previsti dalla normativa, fa nascere la necessità di ricordare quali sono gli standard minimi di legge.
L’art. 7- Larghezza delle corsie e degli spartitraffico -del D.M. 557/99, stabilisce:
- Tenuto conto degli ingombri dei ciclisti e dei velocipedi, nonché dello spazio per l’equilibrio e di un opportuno franco laterale libero da ostacoli, la larghezza minima della corsia ciclabile, comprese le strisce di margine, è pari ad 1,50 m; tale larghezza è riducibile ad 1,25 m nel caso in cui si tratti di due corsie contigue, dello stesso od opposto senso di marcia, per una larghezza complessiva minima pari a 2,50 m.
- Per le piste ciclabili in sede propria e per quelle su corsie riservate, la larghezza della corsia ciclabile può essere eccezionalmente ridotta fino ad 1,00 m, sempreché questo valore venga protratto per una limitata lunghezza dell’itinerario ciclabile e tale circostanza sia opportunamente segnalata.
- Le larghezze di cui ai commi precedenti rappresentano i minimi inderogabili per le piste sulle quali è prevista la circolazione solo di velocipedi a due ruote. Per le piste sulle quali è ammessa la circolazione di velocipedi a tre o più ruote, le suddette dimensioni devono essere opportunamente adeguate tenendo conto dei limiti dimensionali dei velocipedi fissati dall’articolo 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
- La larghezza dello spartitraffico fisicamente invalicabile che separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore, non deve essere inferiore a 0,50 m.
Quindi le dimensioni minime per le piste ciclabili a corsia monodirezionale sono pari a m 1,50 di larghezza, e per le piste ciclabili bidirezionali a m 2,50 di larghezza, eventualmente riducibili, solo per piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata, per brevi tratti, rispettivamente a 1,00 m e 2,00 metri.
Tali dimensioni, che, giova sottolineare, costituiscono parametro minimo, vanno opportunamente adeguate, aumentandole, in caso di possibilità di percorrenza di velocipedi a tre o più ruote.
IN CONCLUSIONE.
RIBADIAMO che la progettazione della “pista ciclabile di viale Aldo Moro” è assolutamente corretta dal punto di vista normativo tecnico, e che inoltre la stessa è esattamente conforme alle indicazioni ministeriali a base del programma di finanziamento.
Stigmatizziamo tutte le notizie non corrette lette in questi ultimi due mesi sulla stampa, con dichiarazione rese anche da organi istituzionali che ben conoscono, per aver sicuramente interpellato gli uffici pubblici del Comune, di quale sia la esatta portata della questione posta.
Da cittadini responsabili conviene sempre fare un preventivo esame serio degli argomenti, in maniera che l’esito delle decisioni da prendere siano conclusive e, soprattutto, chiare.
E in definitiva, se la pista ciclabile è correttamente progettata e dimensionata, e se prendiamo finalmente atto che una pista ciclabile con caratteristiche tecniche diverse (quindi non su sede propria) non sarebbe stata finanziabile, né finanziata, la discussione va indirizzata esclusivamente sulle scelte operate o da operare sul territorio.
Il progetto della pista ciclabile non può essere arrivato dalla luna. Le commissioni consigliari e gli Organi tecnici e di governo della Città di Brindisi hanno operato scelte che risultavano condivise. Oggi possono tranquillamente operare altre scelte, senza che la città venga fuorviata su obiettivi non validi e inutili.
In ultimo riteniamo necessario far presente, se ce ne fosse bisogno, che l’Ordine, così come interviene decisamente nei confronti dei propri iscritti per eventuali comportamenti deontologicamente non corretti, allo stesso tempo procederà a perseguire coloro che intendano deliberatamente infangare le attività degli stessi propri iscritti.