Pet therapy, nel reparto di Pediatria dell’ospedale Perrino arriva “Un dogtor in corsia”

Parte nel reparto di Pediatria dell’ospedale Perrino di Brindisi il progetto di Pet therapy “Un dogtor in corsia”, rivolto ai piccoli degenti. L’iniziativa è stata presentata oggi nella sala Francigena della direzione generale. Si tratta del primo progetto di interventi assistiti con animali realizzato nella Asl Brindisi a supporto dell’assistenza ospedaliera.

Sono intervenuti il direttore generale Maurizio De Nuccio, il direttore sanitario Vincenzo Gigantelli, il direttore amministrativo Loredana Carulli, il direttore del Dipartimento di prevenzione Stefano Termite, il direttore facente funzione del Servizio veterinario Siav C Vito Magli, il direttore facente funzione di Pediatria Francesco Gallo e Sabrina Leonardi, dirigente medico della direzione sanitaria del Perrino.

Per il Centro Vir Labor di Carovigno che realizzerà il progetto, erano presenti il responsabile Teodoro Semeraro (coadiutore del cane), il medico veterinario esperto in Interventi assistiti con gli animali (Iaa) Giusella Massari, Alessandra Cretì e Mariateresa Sperini (coadiutori del cane), e due “aiutanti a quattro zampe”, i labrador Atena e Perla.

“Gli interventi assistiti con gli animali – ha spiegato Teodoro Semeraro – comprendono le Aaa, attività assistite con gli animali, come in questo caso, che hanno obiettivi di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione per promuovere il miglioramento della qualità della vita del fruitore dell’intervento e la corretta interazione uomo-animale. Rientrano negli iaa anche la terapia assistita con gli animali, finalizzata alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale e l’educazione assistita con gli animali, per promuovere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione e inserimento sociale delle persone in difficoltà”.  

Giusella Massari ha sottolineato che al progetto ‘Un dogtor in corsia’ lavora un’équipe multidisciplinare che va dal medico veterinario alla psicologa, dal referente di intervento ai coadiutori del cane. Questi ueuhanno Hanno lo scopo di sviluppare competenze attraverso la cura dell’animale, accrescere la disponibilità relazionale e comunicativa e stimolare la motivazione e la partecipazione”.

Gli aspetti sanitari e legislativi della Pet therapy sono stati evidenziati da Stefano Termite: “tutti i cani coinvolti nel progetto sono costantemente controllati da un medico veterinario, per garantire il benessere degli animali e dei piccoli pazienti. Le linee guida nazionali del 25 marzo 2015, la Legge regionale numero 24 del 18 ottobre 2016 con il regolamento attuativo numero 17 del 2019 – ha proseguito – sanciscono un punto di passaggio importante per quanto riguarda la visione dell’animale da compagnia, riconoscendone anche la valenza terapeutica nell’ambito di questo genere di interventi”. Per Sabrina Leonardi il progetto “rappresenta un esempio concreto di umanizzazione delle cure”; Francesco Gallo e Vito Magli si sono soffermati sui benefici per la salute derivanti dal legame uomo-animale, come testimoniato da numerosi studi: i bambini si troveranno a proprio agio e l’interazione produrrà effetti positivi dal punto di vista fisico e psicologico. I cani saranno dottori che aiuteranno i pazienti a guarire e a crescere”.

“Questo progetto – ha aggiunto Enzo Gigantelli – è un messaggio di civiltà. La malattia impone uno stato di sofferenza e solitudine e gli animali d’affezione portano un po’ di conforto ai piccoli pazienti che si trovano in questa situazione”. Gli animali – ha aggiunto Loredana Carulli – “donano il loro affetto senza chiedere niente in cambio: noi abbiamo supportato l’iniziativa e loro faranno tutto il resto per il bene dei bambini ricoverati”.

“’Un dogtor in corsia’ – ha concluso Maurizio De Nuccio – potrà alleviare il disagio legato alla degenza, rendendo più sereno l’approccio dei piccoli pazienti con le terapie e con il personale sanitario. Ci auguriamo che questa esperienza diventi istituzionale e possa essere replicata anche in altri reparti”.

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