I Carabinieri della Stazione di Fasano hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, nei confronti di un 54enne di origine albanese, residente a Fasano, nullafacente. In particolare, l’uomo, a seguito di attività d’indagine, è ritenuto responsabile di aver dal dicembre 2018, in conseguenza della scoperta di una nuova relazione della ex compagna, bracciante agricola, provocato alla denunciante violenze fisiche e psicologiche. Queste sono consistite in continui pedinamenti, atteggiamenti minacciosi e danneggiamenti dell’autovettura, nonché, nei primi 15 giorni di giugno scorso per averla aggredita fisicamente con schiaffi, strattoni e lesioni giudicate guaribili in 22 giorni di prognosi. Nello specifico l’ha minacciata di morte, frequentemente si è appostato sotto la sua abitazione anche più volte al giorno sia alle prime ore dell’alba che di sera per controllarne i movimenti. Nel mese di gennaio per quattro notti consecutive ha suonato con insistenza al citofono dell’abitazione della donna turbandola non poco. L’ha tempestata costantemente di telefonate sul cellulare tanto da indurla a bloccare le telefonate in entrata verso la sua utenza. L’arrestato in tre occasioni nel mese di febbraio ha danneggiato la carrozzeria dell’autovettura della donna. Nel giugno scorso approfittando di un momento in cui la signora si trovava da sola fuori dall’abitazione l’ha aggredita violentemente cagionandole lesioni. Pertanto l’ha costretta a mutare le proprie abitudini di vita e in particolare a non uscire da casa da sola per timore di incontrarlo ed essere aggredita. In questo modo le ha cagionato un perdurante e grave stato di ansia e di paura nonché un fondato timore per la propria incolumità fisica in relazione appunto ad un episodio accaduto lo scorso mese di giugno, quando l’ha afferrata per il braccio e spintonata per terra facendole sbattere la testa al suolo percuotendola al volto e stringendole il collo con ambedue le mani in tal modo le ha cagionato lesioni quali trauma cranico facciale e regione del collo secondario, ferita frontale edema ed ematomi alla mandibola. La restrizione in carcere, considerato il livello di pericolosità dell’uomo rappresenta l’unica misura idonea ad interrompere quella che appare come una preoccupante progressione di violenza. L’arrestato, termine formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi a disposizione dell’A.G.