Nel bellissimo giardino dell’ex Convento Santa Chiara, Brindisi, si è tenuto il settimo appuntamento della Rassegna Letteraria :”Il Segnalibro-punto di lettura. Estate 2017″, organizzata dalla Feltrinelli Point di Brindisi. Il giornalista Salvatore Vetrugno, dopo i saluti, ha presentato l’ospite della serata, Michela Marzano con il suo nuovo romanzo:”L’amore che mi resta”. A dialogare con l’autrice, la giornalista Valeria Cordella Arcangeli. È stata una serata densa di emozioni, molto toccante, che ha lasciato, nei presenti, tanto su cui riflettere. Michela è docente universitaria e, quindi, ha confessato la sua “incapacità” nel riassumere, in pochi minuti, la vera essenza del suo romanzo. Alla domanda se la storia fosse autobiografica, ha risposto che ogni scrittore mette sempre del “suo” in ciò che scrive. Michela si è aperta totalmente, raccontando i suoi problemi di anoressia, i venti anni di analisi, i rapporti con i genitori, le “tenebre” che ha dovuto superare per essere quella che è oggi. Un vero fiume in piena che, probabilmente, sarebbe andata avanti per ore. La giornalista l’ha “provocata”, portandola, così, a rivelare ciò che c’è dietro la storia. Ed è evidente che, nel romanzo, c’è Michela. La storia è scritta in prima persona da Daria, una madre disperata che, un venerdì sera, riceve una telefonata drammatica che le farà crollare il mondo addosso. Venti anni fa, anche la madre di Michela, aveva ricevuto una telefonata, di venerdì, alle 23,00, ma, fortunatamente, l’esito era stato diverso, perché la ragazza, dopo 48 ore di coma, si era ripresa. Giada, invece, nel romanzo, muore e la madre non riesce ad arrivare in tempo. L’autrice si chiede come avrebbe reagito sua madre, ce l’avrebbe fatta a superare un esito diverso, drammatico? Daria si sente colpevole, cade in uno stato di sofferenza assoluta e non le sono di conforto neanche il marito e l’altro figlio. Tanti i sensi di colpa che la assalgono. Gaia era la figlia tanto desiderata, un sogno che si era realizzato con l’adozione. Ma, nella sofferenza, non ci sono colpevoli, non ci sono risposte valide ai tanti perché. Come si fa a superare una simile perdita? Con l’amore, in genere, si dovrebbe potere risolvere tutto. Questa volta, però, non si può tornare indietro, perché Giada è morta. Alla madre sembra impossibile continuare a vivere e si chiude in un dolore assoluto. Giada, prima del tragico gesto, lascia un biglietto con un messaggio per la madre, in cui le dice che era stata una madre perfetta. Neanche questo riesce a darle un po’ di conforto. Poi, finalmente, inizierà una lenta e faticosa ripresa, comincerà ad aprirsi e, soprattutto, ad essere ascoltata. Ritroverà il marito, l’altro figlio, inizierà, nuovamente, ad “accettare di vivere”. I temi fondamentali del romanzo sono: la perdita, la maternità, i sensi di colpa, la verità, il coraggio e, soprattutto, l’amore. Il romanzo è pieno di amore, senza il quale non si potrebbe vivere, non si potrebbe affrontare nulla. Un incontro veramente intenso, profondo. Anna Consales
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