PER DESTRA E SINISTRA “ULTIMA CHIAMATA”. NELL’INTERESSE DEL PAESE…

(M.C.) – L’avvio della procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia rappresenta l’ennesimo concreto pericolo per il nostro Paese. Si fa presto a dire che i commissari europei vogliono condizionare la vita dei cittadini della nostra nazione. Sta di fatto che non si può ignorare che l’Italia ha acquisito una posizione internazionale proprio grazie allo scudo europeo. Diversamente, con quel debito pubblico staremmo collocati in una posizione molto simile a quella dell’Argentina.

Chi oggi governa il paese ha deciso di fare scelte populiste: reddito di cittadinanza e pensione anticipata prima di tutto il resto. E per portare a compimento queste scelte è disposto a mettersi contro tutte le altre nazioni dell’UE. Una posizione che vale tanti applausi nei confini nazionali, ma che isola l’Italia dagli altri paesi che “contano” ed anche da quelli che rappresentano le economie emergenti.

Ci troviamo di fronte, insomma, a due modelli diametralmente opposti: da una parte i vecchi governi di centro destra e centro sinistra che hanno imposto scelte “lacrime e sangue” per contenere il debito pubblico e rilanciare l’economia nazionale. Dall’altra il governo Lega-Cinquestelle che se ne frega del contesto internazionale e punta a far vivere meglio nell’immediato gli italiani. Una scelta che produce consenso e non a caso i sondaggi vedono in crescita questa strana coalizione, ben oltre il 50%.

Se si esula dalla necessità di mettere immediatamente qualcosa in pancia, però, ci si rende conto che il paese è allo sbando. Manca una politica sulle grandi opere pubbliche, manca una prospettiva reale di sviluppo, manca un marcato interesse nei confronti del Mezzogiorno, manca una linea di condotta da tenere nei rapporti internazionali (con la conseguente scarsa chiarezza sulle possibili alleanze con i grandi paesi).

A fronte di tutto questo, la cosiddetta “vecchia politica” grida al colpo di Stato. Lo fa in riferimento alla riforma della giustizia, così come alla crisi di rapporti con l’Unione Europea. Una analisi incompleta, perché manca una seria autocritica e soprattutto manca una ricetta per contrastare questa deriva autoritaria.

Un problema che riguarda prevalentemente il Partito Democratico e Forza Italia. Partiamo da quest’ultimo. Berlusconi avrà mille difetti ed avrà commesso mille errori nella sua carriera politica, ma gli azzurri non hanno niente a che spartire con questa Lega. D’accordo, sono ai minimi storici, ma prendano il coraggio a due mani e dicano chiaramente che sono “diversi” dal Carroccio. Il PD, invece, continua a dilaniarsi per decidere chi dovrà guidare il partito, senza sapere dove portarlo e su quale sponda del fiume farlo approdare.

Sarà un’analisi strampalata, ma è un dato di fatto: se si potesse scomporre l’attuale quadro politico, lo scenario auspicabile sarebbe quello di vedere ai nastri di partenza un centro destra “ricomposto” e cioè con una coalizione formata da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e centristi moderati. La Lega, insomma, pur avendo un ruolo guida, dovrebbe calmierare le sue scelte per tenere fede all’alleanza con i partners.

A sinistra, invece, è venuta l’ora di cestinare aborti politici come “Liberi e Uguali” e altri partitini “zerovingola”. Tornino a far parte di un unico soggetto politico con il PD, imponendo (se ci riescono) alcune scelte, ma evitando fratture che hanno distrutto l’ala progressista del paese. Una polverizzazione ridicola che il nuovo corso della politica italiana ha letteralmente cancellato. Ci vuole una sinistra unita e propositiva, capace di fare intese con un “centro” credibile e di presentarsi al tavolo delle trattative con il Movimento 5 Stelle per verificare se ci sono le condizioni necessarie a siglare una intesa. E i “puri” di sinistra si facciano passare la puzza sotto il naso. I grillini hanno ottenuto tanti consensi e meritano considerazione. Questi mesi alla guida del paese, poi, sono serviti a dimostrare che i toni da campagna elettorale possono diventare più moderati nell’ambito di una attività parlamentare.

Oggi, insomma, l’unico sistema per evitare i pericoli di scelte autoritarie è quello di separare i destini di Lega e 5 stelle, per collocarli su schieramenti contrapposti.

La vecchia politica di centro destra e l’esuberanza della Lega da un lato e quella di centro sinistra con lo spirito innovatore del M5S dall’altro potranno aiutarci a superare questo che si presenta sempre di più come uno dei periodi più bui della nostra Repubblica.

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