Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani
«La cultura bandistica rappresenta un tassello di quel mosaico di tradizioni del nostro DNA che contribuisce a tenere viva la cultura popolare. Ho condiviso subito lo spirito con cui è nata la proposta di legge per la “Valorizzazione, promozione e sostegno della Cultura bandistica pugliese”, primo firmatario il collega Metallo e frutto poi di un lavoro corale in Commissione, fino ad arrivare all’approvazione odierna.
Approvando questa legge abbiamo dato lustro alle nostre tradizioni musicali che nascono dalla cultura popolare.
Ringrazio il direttore del dipartimento Cultura, Aldo Patruno,e la collega delegata per le politiche culturali, Grazia Di Bari per aver sostenuto l’iter.
In ogni Comune, anche il più piccolo, la banda da giro è la colonna sonora delle feste patronali e dei riti che scandiscono la devozione popolare, come quelli della Settimana Santa. La celebrazione di una festa patronale senza la banda musicale è incompleta, priva di quei suoni che ci appartengono fin dall’infanzia e che aggiungono solennità alla festa. La banda appassiona, coinvolge, emoziona, unisce l’intero paese in una sorta di sacralità collettiva. In Puglia le bande da giro rappresentano un fenomeno di alfabetizzazione musicale per i bandisti ma anche per il popolo, a cui hanno trasmesso marce e composizioni spesso originali di grande rilievo artistico, che hanno avvicinato il grande pubblico alla musica.
In quest’ottica, io dico no agli steccati fra musica popolare e musica colta: non a caso, come ideatore e promotore della Fondazione Tito Schipa ho proposto, d’accordo con l’ex assessore Massimo Bray, che diventi il luogo di aggregazione di tutte le espressioni musicali, la vera Casa della Musica regionale, abbracciando anche le bande da giro e i luoghi ad esse dedicati in ogni territorio, dai Monti Dauni al capo di Leuca.
Dunque con questa legge abbiamo messo ordine e dato unità in un universo così frammentato ma unito dal comune denominatore della cultura popolare».