Ecco la lettera con cui Antonio Elefante rinuncia alla candidatura per la segreteria provinciale ed annuncia le dimissioni dal direttivo cittadino del PD:
Accettare silenti una qualsivoglia decisione a volte non è sintomo di responsabilità, non è volontà di viaggiare tutti insieme verso la meta migliore, soprattutto non è, in questo determinato momento, la testimonianza migliore per un Partito che fa della discussione, della partecipazione e del confronto, elementi imprescindibili del suo essere comunità.
E’ inutile negare come, in questo territorio è saltato il “ meccanismo Partito” portando lo stesso ad una sofferenza che perdura da troppi anni.
Rappresentanti istituzionali oramai lontani da quel senso partito e perlopiù travolti da un disagevole senso governativo hanno determinato nel tempo un loro progressivo distacco dalle istanze del territorio e dai loro stessi elettori, una politica generale di centro sinistra non sempre convincente, facile da percepire in ogni territorio ma difficile da far comprendere a chi è stato responsabile di tutto ciò.
Una machiavellica e malcerta idea attuale di Partito fondata sulla logica del 1/3 suddiviso per correnti, ha determinato un ulteriore colpo alla credibilità e funzionalità di un Partito che ha messo da parte partecipazione e discussione, nell’assenso assenso e nel dissenso, come strumento inevitabile per determinare una qualsivoglia scelta oramai sempre più autocratica portando la base ad aumentare la già evidente distanza dal partito stesso.
Per carità, non sono contro l’idea formativa di un Partito suddiviso per correnti, ma nutro forti dubbi sul fatto che presunti capi corrente di ogni territorio, a volte incapaci di rappresentare se stessi, decidano segretamente sulla testa di chi, invece, potrebbe contribuire a costruire la scelta migliore nell’interesse di tutti.
Ultimamente poi, dimenticandoci per un po’ di trovare nemici interni si va alla ricerca di presunti o veri nemici esterni che ci hanno abbandonato, perseguendone altri ancora che, nella consapevolezza di un disagio di Partito sono ancora con noi, sono tesserati del PD e per questo non vanno condannati, non vanno perseguiti anzi, dovremmo magari comprendere il motivo del loro disagio e sforzarci di analizzare come mai, precedentemente, altri ci hanno lasciati nelle loro inevitabili colpe, ma soprattutto per nostri inspiegabili errori.
Lo diceva Vecchioni in sua canzone “ grideremo dappertutto perché alcuni di voi ci state uccidendo il pensiero, perché la nostra memoria e di quelli prima di voi, la state gettando al vento”, ma concludeva “ …e questa maledetta notte dovrà pur finire. Noi aspetteremo pazienti, l’alba di quello che sarà il nuovo giorno”.
Questi sono alcuni elementi che hanno portato il sottoscritto a ripudiare un metodo osceno per arrivare, al netto della stima personale, ad una scelta che non è quella di cui il Partito avrebbe bisogno, ma so però essere utile a chi cerca d’ufficio a riconfermare se stesso/a per una sua indiscutibile incapacità elettorale, utile a chi vuole mantenere la propria rendita di posizione e utile a chi magari nella propria vita non è riuscito a completarsi.
Paura per la mia candidatura? Non sia mai, ma è chiaro essere un sentimento avvertito subito da chi ne era contrario cercando addirittura di annullarla.
Preoccupato quello si!!
Sono preoccupato perché, in questo momento, il mio Partito, a livello provinciale, non sia in grado di reggere una insanabile frattura che potrebbe crearsi ed io, da uomo di Partito, non voglio esserne responsabile visto che di responsabili il PD ne ha già tanti.
Sono preoccupato perché, noi del PD di brindisi, capaci di fare un congresso unitario sulla sola e reale volontà della base, abbiamo l’ambizione di ricostruire una comunità di donne, giovani e uomini, punto di riferimento per le nuove generazioni , Partito guida del centro sinistra tutto e soggetto politico, così come era qualche anno fa, forte, autonomo, vincente e perché no fastidioso per alcuni. Scusatemi però se nutro forti dubbi rispetto a questa volontà in quanto, non sembra essere sentimento comune e ricercato tra i tanti iscritti della città sempre più genuflessi a logiche inspiegabili e vuote di alcuni.
Vorrei un Partito dove la discussione torni ad essere al centro della vita politica partendo dalle similitudini delle tre correnti e rafforzandoci ancor di più attraverso quelle distanze che le stesse nutrono tra di loro. Vorrei un Partito dove la città di brindisi diventasse, una volta per tutte, elemento centrale di una intera Provincia sempre più allo sband. Vorrei un Partito che andasse sempre alla ricerca della verità perché solo cosi si diventa spaventosamente forti. Vorrei non scontrarmi più con chi combatte per un’ idea pur non avendone. Vorrei un Partito che tornasse di più e meglio ad ascoltare i cittadini e fare quello per cui è nato combattendo le diseguaglianze e facendo di ognuno di noi donne e uomini più liberi ed indipendenti.
Chiedetemi di fare le giuste considerazioni rispetto ad una rinuncia o conferma di candidatura, ma non pretendete di convincermi che la scelta imposta sia la migliore e quindi da dover condividere silenziosamente perché, nel silenzio più assordante, questo partito sta morendo.
Il Partito Democratico, nonostante tutto e nonostante alcuni, è un posto bellissimo e per questo, vale ancora la pena combattere per esso.
Siccome le parole avranno credito solo quando i fatti daranno la certezza, con la stessa, comunico ad amici e compagni del nostro Partito, a vari livelli, di impegnarci a trovare la soluzione migliore per un Partito che, in questo territorio, ha bisogno e pretende di essere migliore.
Con la stessa comunico al circolo di brindisi le dimissioni dal direttivo cittadino.
ANTONIO ELEFANTE (semplicemente un iscritto PD Brindisi)