PARLIND PRELASHI: IL SOGNO ITALIANO RAGGIUNTO. A BRINDISI LA PERSONALE DELL’ARTISTA ALBANESE CHE ARRIVÒ IN GOMMONE – VIDEO

La mostra personale dell’artista albanese Parlind Prelashi, è stata inaugurata il 28 marzo in occasione dei vent’anni della tragedia della Kater I Rades. e sarà esposta fino al 31 maggio nell’auditorium della Biblioteca provinciale di Brindisi in viale Commenda. Un progetto del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università del Salento dove ha già avuto grande successo. E’ a cura del professor Massimo Guastella, organizzata dalla società CRACC spin off dell’Università del Salento in collaborazione con il MAP e il Laboratorio TASC del Dipartimento di Beni Culturali. Lo stesso Prelashi raggiunse il Salento, clandestino nel 1994, e oggi la sua produzione d’arte contemporanea conferma che quell’esodo dal 1991 fu anche una vera e propria immigrazione culturale, entro cui giovani artisti arrivarono sulle coste adriatiche salentine per integrarsi nei movimenti del sistema dell’artistico occidentale, come già testimoniato in Puglia con la mostra Migranti, ordinata sui vagoni ferroviari nel 2010, a cui partecipò l’artista albanese.

Nella sua produzione, Prelashi impiega i diversi media della pittura, del video, della fotografia e dell’installazione con insistenti rinvii tra i diversi mezzi espressivi, attraverso cui riadatta i soggetti e i
temi che gli sono propri. L’argomento delle sue ricerche, beffardamente denominato “Con Titolo”, lui afferma :“Le mie opere le intitolo Con titolo, e i video vengono numerati: Con titolo 1 o 2 o 3… per ironizzare e giocare con il fenomeno delle opere d’arte Senza titolo”, affronta sovente l’accostamento/confronto tra identità balcaniche e contaminazioni culturali occidentali, che deriva dalle sue esperienze di immigrato in Italia e dell’integrazione in generale. Predominano personaggi coperti da veli, celesti per gli uomini e rosa per le donne, che simboleggiano il suo desiderio di “vedere il mondo in questi due colori”.

https://www.facebook.com/BrindisiTime/videos/641600209363923/

Parlind Prelashi
Parlind Prelashi, nato a Gajush, Lezhe (Albania) nel 1971, sin da piccolo ha passione per il disegno. Nel 1990 si diploma al Liceo Artistico di Scutari. Il suo iter artistico si sviluppa ad Atene, che lascia un’impronta notevole nella sua creatività, e nel 1994 a Firenze, dove segue il “corso libero del nudo” che diviene città d’adozione. Il suo esordio è pittorico, ma la sua formazione subisce un’evoluzione da quando avvia la frequenza ai corsi di Regia,
Montaggio e Fotografia presso la Scuola Nazionale di Cinema Indipendente (2000-2004).
Intraprende un percorso innovativo parallelamente a quello pittorico, realizzando opere fotografiche, video e cortometraggi “Con Titolo”1,2,3… e inoltre poster pubblicitari che trasforma in vere e proprie installazioni disponendoli su tela in modo irregolare. Prende parte a numerose esposizioni nazionali e internazionali, tra le quali si citano:“Albania & Terra di Brindisi” (2006) a Mesagne, nel 2008 ad Alessandria in “Sconfinamenti”, nel 2011 a New York per “Artisti Albanesi”, nel 2015 Biennale internazionale di opere su carta al Museo di Villa Vecchia di Roma e Museo Nazionale di Storia di Tirana; nel 2016 espone in collettive a Palazzo Medici Riccardi Firenze e Macro di Roma. Nel 2016 ha esposto alla biblioteca del Dipartimento di Scienze Giuridiche a Monteroni e alla Biennale di
Fotografia di Pechino.

Dopo la mostra Migranti, del 2010, assieme all’organizzatore di quel progetto Antonio Galloso ideammo e scegliemmo un titolo per una mostra da dedicare all’esodo degli albanesi sulle coste adriatiche nel 1991; ci parve ragionevole che “Il sogno Italiano” fosse il tema di una ricerca da svolgere su diversi fronti e che presentammo a varie istituzioni affinché divenisse un progetto espositivo itinerante.

Nella sezione arti visive compariva il nome di Parlind Prelashi nativo di Lehze, che fuggì dal regime comunista prima ad Atene e poi, clandestino, raggiunse in gommone Brindisi nel 1994. Firenze infine è divenuta la sua città adottiva. Come per non pochi giovani albanesi di quell’esodo verso Ovest, il suo fu un caso di immigrazione culturale. Nella sua produzione pittorica, fotografica e video si colgono tracce dei caratteri identitari, dalle origini balcaniche, come nelle “scene da un matrimonio” di famiglia albanese, alle contaminazioni occidentali, non prive di aspetti che si nutrono delle relazioni umane coagulate nel recente trascorso italiano.
Sin dalle opere esposte nella citata mostra Migranti, tra cui il video Con Titolo (6) del 2007, il rapporto tra i diversi medium espressivi ha costituito per Prelashi occasione di trasposizione in modalità differenti di un unico soggetto, dal video alla fotografia o alla pittura. Già 2010 data la prima traduzione pittorica di un frame del video, e il tema di Con Titolo (6) lo rappresenta su tele dal 2013 al 2016.

Sul tema affrontato da Parlind Prelashi scrivevo: «propone un video, che denomina Con Titolo (6) come tutti i suoi video che ironizzano sulle opere “senza titolo”, differenziandoli nella sequenza numerica. Ad una cena multiculturale tra amici, albanesi e fiorentini, anche se apparentemente uguali, avvolti nei colori della prima infanzia (celeste e rosa), dosati nelle tonalità di affreschi quattrocenteschi toscani, a poco a poco emergono i luoghi comuni, i cliché e i pregiudizi di ognuno sino a creare disagio nei rapporti reciproci.

Una riflessione che invita alla moderazione del proprio ego e delle convenzioni per favorire il dialogo, a riconoscere le difficoltà degli immigrati che si ritrovano in un ambiente differente da quello delle proprie origini, un aspetto che trova il nostro Paese inesperto ancorché impreparato alla convivenza multietnica»

(4 artisti dall’esodo del paese delle aquile, in Migranti. Dal passato al presente: storie, volti, voci di Puglia, TorGraf, Galatina 2010, p.149).
Per Parlind Prelashi
Massimo Guastella

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