Quartieri ottocenteschi le cui facciate sono mortificate da materiale da bricolage, infissi in “oro”, pompe di calore e tubi a vista, inferriate e asfalto rotto. Eppure della sua estetica Ostuni nei fa un vanto, e i turisti che arrivano da ogni parte del mondo lo riconoscono e tornano, e spendono, per questo motivo. allora non sarebbe il caso che si stabilissero delle regole di “buon gusto”. A sollevare il problema una architetto finlandese che per parte dell’anno vive a Ostuni in uno di questi quartieri.
Mostra due foto, una in evidenza in cui si vedono le “brutture” di cui sopra e una (di seguito) in cui si vede Ostuni, bella, così come dovrebbe essere. E commenta:
“Mi sentirei subito meglio vedendo le facciate con porte, finestre e persiane di legno, grondaie, grate e cannicciate di ferro dipinto di nero, bianco o verde scuro, scale e scalinate di pietra intera, superfici lisce bianche o di pietra locale senza delle unità di ventilazione. Nei grandi palazzi antichi al angolo di Via Giordano Bruno e Via Matteo Imbriani, e Via Alberto Matteo e Via Luca Mindelli ci sono lavori in corso e una volta finite le ristrutturazioni alzeranno il valore urbanistico del quartiere nel senso estetico e funzionale”.
Invece si vede questo in buona parte del centro storico: “facciate sono piene di pompe di calore, tubi, baldacchini comprati nei negozi di bricolage, strani materiali e del asfalto decrepito brutto”.
Kirsti Menna, architetto, nata nel 1959 a Helsinki, Finlandia, ha studiato all’Università di Tecnologia di Helsinki, abita tra Helsinki e Ostuni e scrive: “Porta piacere – e soldi – la ben riservata e monocromatica silhouette del centro storico di Ostuni. I turisti l’ammiravano, gli ostunesi ne sono fieri. Anch’io sono una ostunese per qualche mese al anno. Camminando le strade strette della mia quartiere ottocentesco, che si trova accanto della Piazza della Libertà al lato opposto del centro storico, ho notato una sensazione spiacevole sempre crescente”
“Le tipiche case indipendenti, chi con sua quantità dominano le viste stanno deteoriorando esteticamente.
La pianta urbanistica del centro storico dovrebbe essere applicata in tutta la ”zona bianca” in quanto riguarda la preservazione delle facciate (materiali, colori )e la pavimentazione stradale.
Mantenire il carattere architettonico dei quartieri ottocenteschi è ancora più importante per lo sviluppo dei funzioni commerciali della città in futuro. L’aumento aspettato di turismo e la consequente attività economica presentano una opportunità di sviluppare l’economia unificando i due centri di attività , il centro storico e Viale Pola, per poter meglio utilizzare la potenza dei visitatori anche nei negozi di Viale Pola e rendere piu” leggibile” la cittā.
Il modo naturale di farlo é di formare una zona pedonale di Via Roma o di Via Imbriani ( con i due palazzi grandi ristutturati) e poi continuandola per Via Ludovico Pepe fin a Viale Pola Allo stesso tempo incoraggiando l’attività commerciale nel pianterreno.
Si potrebbe dirigere Il traffico a circolare il centro per Corso Mazzini, Viale Moro, Via degli Emigranti, Via Giovanni XXIII, Via Pietro Pignatelli, Corso Umberto I e Corso Cavour scoraggiando o vietandolo adentrareVialePola, forse dirigendolo a Via Cisaria e Via Sturzo, le cui sarebbero a senso unico”.