OSTUNI – IL FESTIVAL “BORGARTI” SI CHIUDE DOMENICA CON “LE ISOLE SATANICHE”


Si chiude il prossimo 30 settembre ad Ostuni con “Le isole sataniche” il Festival BorgArti, la rassegna teatrale che durante questo mese intero ha portato in scena il teatro d’autore nei borghi antichi di Ostuni e Carovigno. “Le isole sataniche” chiude così un ciclo di spettacoli, otto in tutto, che hanno contribuito a valorizzare i borghi antichi di Ostuni e Carovigno. Il Festival BorgArti, realizzato dall’Associazione Culturale ed Artistica S.M.T.M. con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” e con il partenariato dei Comuni di Carovigno e Ostuni, in questo mese ha dato anche l’opportunità a giovani attori under 35, selezionati attraverso un bando, di partecipare attraverso quattro spettacoli inediti. Dall’8 al 30 settembre abbiamo conosciuto storie di donne, di famiglie e i paradossi della vita, con “Le isole Sataniche” il Festival BorgArti si addentra in un tema mai trattato prima sulla scena: l’omosessualità durante il periodo fascista. Lo spettacolo, realizzato e diretto da Maurizio Ciccolella, andrà in scena domenica 30 settembre, a partire dalle 20, all’interno dell’Auditorium Semeraro della Biblioteca Comunale Francesco Trinchera Senior, in via Francesco Rodio. San Nicola è ritenuta una delle isole di confino più dura nel periodo fascista: prepotenza, ubriachezza, usura, assassinio. “Uno scoglio desolato. Non un albero. Non un po’ di verde. Solo la roccia nuda e qualche camerone cadente” la descriverà Mario Magri. Anche a San Domino, altra isola dell’Arcipelago delle Tremiti, si consumerà un confino del tutto particolare: quello di ragazzi omosessuali. Ragazzi prima arrestati e poi confinati in questo ghetto isolano di cui poco si è parlato. Le isole. Foderate di omertà. Scartavetrate da un tempo surreale. Abitate da presenze, che si muovono nel silenzio, nel divieto. Costruire un presente impossibile; rabberciare i ricordi come salvezza. Storie senza una storia se non della storia di un popolo che ha segregato se stesso, che ha inseguito fantasmi; un potere che ha giocato con le paure. In questo nuovo mondo in cui qualcuno deve espiare la colpa di essere omosessuale, si sgretolano le ore della propria vita, inanellando follie, passioni, rabbia e gioia. San Nicola, l’isola satanica, come la definì Egilberto Martire, assieme a San Domino, ha molto da raccontarci. Di una vita di costrizione al margine, nella quale, qualcuno ha trovato finanche il modo di essere ancor più se stesso, che quando era nella propria città.

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