Potrebbe aver aperto la porta d’ingresso e averla richiusa a chiave subito dopo aver fatto entrare il suo assassino.
I dettagli della scena del crimine farebbero supporre che l’ingegnere Domenico Palmisano, 70enne, trovato morto ieri sera nella sua abitazione di campagna, alla periferia di San Vito dei Normanni, conoscesse e si fidasse del suo aguzzino tanto da farlo entrare a casa e chiudere la porta a chiave alle loro spalle. O forse è quello che l’assassino vuole far pensare. Le chiavi, infatti, non sono state trovate ancora. I vigili del fuoco, allertati intorno alle 17 e 30 di ieri pomeriggio e giunti sul posto in 20 minuti, dopo la denuncia di scomparsa dell’uomo, hanno dovuto forzare una finestra sull’accesso posteriore del potere per accedere all’interno della villa, dove, riverso in cucina con colpi mortali da arma da taglio, hanno trovato il corpo del professionista. Il medico legale, accompagnato dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni e del comando di Brindisi, ha constatato il decesso alle 20. Le indagini sono in pieno svolgimento in queste ore, coordinate dal sostituto procuratore Paola Palumbo, si sta setacciando il podere e si stanno ascoltando tutti i conoscenti della vittima per capire chi e per quale motivo avesse interesse a uccidere l’uomo. Il medico legale Carusi, effettuerà l’esame autoptico sul corpo del professionista non appena verrà affidato l’incarico, probabilmente nella giornata di domani. Palmisano anni fa, aveva deciso di vivere da solo in aperta campagna, per curare il suo podere e i suoi animali da cortile, era un uomo mite e senza nemici, ma aveva diverse proprietà e si sta scandagliando anche l’ipotesi di interessi economici alla base del movente dell’omicidio.
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