Resta acceso un barlume di speranza per la Brindisi Multiservizi, la società partecipata del Comune. Il Consiglio Comunale, infatti, si è pronunciato favorevolmente, a maggioranza, sulla richiesta di accesso alla composizione negoziata della crisi. Si tratta di uno strumento, previsto dalla legge, che consente di non portare i registri in Tribunale e quindi di decretare definitivamente la fine della Multiservizi, mettendo a rischio 150 lavoratori.
Il tutto, partendo da un deficit che si trascina da anni e che aumenta di giorno in giorno. Una perdita di esercizio determinata da minori trasferimenti da parte del Comune di Brindisi che è, allo stesso tempo, socio unico ed anche unico committente.
Il costo degli stipendi, insomma, è diventato insopportabile, anche a causa di più di qualche busta-paga eccessivamente elevata, a fronte di tante altre di poco superiori a mille euro.
Si poteva provare ad attuare un piano industriale per cercare di far quadrare i conti e invece si è arrivati a fine settembre senza far nulla, continuando a far crescere i debiti.
Da qui il ricorso al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza che prevede un tentativo di composizione negoziata della crisi.
In pratica, è un primo passo per provare a non chiudere i battenti della BMS, anche attraverso un congelamento dei debiti, con la impossibilità dei creditori di richiedere il dovuto con decreti ingiuntivi.
Sulla base di questo, bisognerà elaborare un piano industriale credibile senza il quale chi dovrà valutare la richiesta della BMS non sarà nelle condizioni di esprimersi, con il conseguente rischio di chiusura definitiva della società. Ecco perché il vero lavoro inizia proprio adesso. Nel corso della seduta non hanno mancato di destare scalpore le parole del consigliere comunale Lino Luperti il quale ha riferito di aver ricevuto minacce proprio in riferimento alla Multiservizi e di essere intenzionato a sporgere denuncia.