Che i conti della Brindisi Multiservizi siano preoccupanti lo si sa da anni. La più grande società partecipata del Comune di Brindisi è stata un “postificio” per anni. Fino a quando, nel 2012, è stato posto un argine. Adesso la maggiore preoccupazione di tutti è quella di salvare la società e quindi anche i duecento posti di lavoro. Bisogna tagliare i costi e la gestione commissariale del Comune sta operando in maniera saggia proprio in questa direzione. Proprio per questo risulta incomprensibile la scelta operata dall’amministratore delegato Giovanni Palasciano di affidare (a trattativa privata) un incarico ad una società barese per effettuare una verifica delle principali voci di stato patrimoniale e conto economico della società. L’incarico risale al 31 luglio del 2017, ma è stato pubblicato solo adesso nella sezione “trasparenza” del sito della BMS. L’aspetto che non convince è che, a fronte di tanti tagli e della non conferma dei precari (bisogna sempre ricordare che 19 lavoratori sono a casa…), un amministratore delegato di professione commercialista e che svolge come attività proprio la revisione e la certificazione di società, abbia affidato a terzi questo incarico. E poi, perché non coinvolgere i revisori dei conti? Perché non coinvolgere le professionalità interne? Davvero un mistero. E poi, perché invitare solo due società, una barese e una addirittura di Cuneo? Sono lontani i tempi in cui si nominava un avvocato del Comune (Trane) per risparmiare azzerando la corposa voce delle spese legali. Adesso si nomina un commercialista che, per fare quello che sa fare lui benissimo, si affida a terzi, gravando sulle casse della società…