Ecco la nota a firma di Cesare Mevoli sulla vicenda Dormitorio:
Non si è fatta attendere la risposta dell’amministrazione comunale, alla nostra nota con la quale criticavamo la decisione di non rinnovare la gestione del dormitorio ne di pubblicare una manifestazione di interesse per soggetti del terzo settore, come già avvenuto in passato.
Risulta davvero incomprensibile come il comune riesca a contraddirsi, pur avendo validi funzionari che, pure, a volte non riescono a resistere ai “desiderata” dei capataz di turno, andando contro le leggi, la logica, e gli stessi atti amministrativi precedentemente banditi.
Come spiegare la contraddizione di fatto tra le vecchie manifestazioni di interesse bandite per la gestione del dormitorio, aperte a soggetti del terzo settore, e che prevedevano tutta una serie di requisiti, – come il riportare nello statuto la possibilità di gestire centri per immigrati, l’esperienza specifica nel settore immigrazione, l’esperienza generale nel campo del welfare, – e la attuale decisione di affidare il tutto alla multiservizi che, senza offesa per i suoi dipendenti, può contare su addetti alle pulizie, curatori di verde pubblico, parcheggiatori, ma certo non su mediatori interculturali o addetti alla cura delle persone?
Forse al comune di Brindisi si confonde la gestione dei rapporti con le persone che utilizzano il dormitorio, – nordafricani, subsahariani e mediorientali, – con l’apertura e la chiusura dei cancelli di un deposito attrezzi. Ma questa “ignoranza” delle più elementari norme del welfare, non scusabile ma possibile nella classe politica attualmente presente a palazzo di città, può valere anche per quei funzionari che della gestione delle politiche sociali comunali hanno sempre fatto un fiore all’occhiello?
E se la motivazione dell’interruzione del rapporto, come comunicato alla coop, fosse davvero “la mancata individuazione di risorse economiche” da parte dell’amministrazione, è possibile che una o più persone della Brindisi multiservizi costino meno del gettone di presenza di 3 euro ad ora, senza alcun onere previdenziale da aggiungere, che la coop percepiva senza nulla trattenere, e che veniva interamente riversato ai volontari presenti tutti i giorni nella struttura?
E ancora, troveranno dipendenti disposti a dormire, se pur a turno, all’interno del dormitorio, laddove voci di corridoio ci raccontavano del rifiuto ad entrare, in un posto comunemente riconosciuto come scarsamente igienico, dagli addetti alle pulizie settimanali della stessa multiservizi?
Ed in ultimo, interessa a qualcuno la sorte delle persone che hanno prestato per ben 4 anni la loro opera e che di quei gettoni di presenza vivevano, oppure anche loro sono “scorie” da eliminare , per realizzare gli obiettivi di qualcuno, a maggior ragione in un settore delicato come l’assessorato alle politiche sociali, che alle cure dei più deboli dovrebbe prestare (sic) le sue maggiori attenzioni ??? Sarebbe davvero interessante ascoltare sull’argomento il parere delle brave e scrupolose dirigenti apicali e assistenti sociali del settore, semmai qualcuno le ha interpellate su tutta questa vicenda.
Molte, troppe cose non mi tornano, e parafrasando il divino Giulio (Andreotti N.d.R.) che diceva che “a pensar male si commette peccato, ma spesso ci si azzecca”, spero che tutta questa pantomima non sia stata orchestrata per eliminare gli attuali gestori, ( che pur hanno lavorato quasi gratis, tra le altre cose) e che in caso di rinnovo avrebbero comunque avuto tutti i titoli per ri-aggiudicarsi la gestione del dormitorio, per poi “trovarsi” di fronte all’impossibilità di gestirlo con la Br Multiservizi e dover quindi stanziare “soldi veri”, ( dei quali aveva parlato sino a pochi giorni fa un consulente dell’assessorato con la presidente della Coop.) , non l’elemosina sin qui utilizzata, che farebbero gola in quel caso a qualche amico degli amici…Se così dovesse essere, porterò a spese del mio partito i ragazzi della coop da un avvocato penalista per far redarre la più bella denuncia querela contro ignoti che si sia mai vista, diretta alla Procura della Repubblica…..Sarà quest’ultima, ahimè, ancora una volta, in una città che non riesce a regolare politicamente la gestione corretta della cosa pubblica, a fare chiarezza.
Cesare MEVOLI
Presidente provinciale
Dirigente Nazionale