MELCORE (GD): LA CHIUSURA DI QUESTA FASE CI APRA GLI OCCHI. BRINDISI PUO’!

Ecco la nota a firma del segretario dei Giovani Democratici Antonio Melcore:

 

Da mesi, o forse da anni, ci ritroviamo davanti allo spettacolo drammatico e non edificante di una città piegata su sé stessa, in balia della più totale confusione nella progettazione amministrativa. Sembra quasi inevitabile che le nostre amministrazioni non abbiano mai avuto un progetto lungimirante di sviluppo per il nostro territorio o, se lo hanno avuto, lo hanno presto tradito per lasciare Brindisi nel caos, preda dei malumori e mal di pancia del consigliere comunale di turno, politico improvvisato. Non possiamo rimanere indifferenti dinnanzi a questa ennesima situazione di completo fallimento politico ed amministrativo che Brindisi è costretta a rivivere.

La nostra città soffre e continua a soffrire: è abbandonata all’incuria – strade sconnesse, buie, sporche; una disastrosa situazione sul piano culturale, commerciale, artigianale e industriale; nessuno può negare tra l’altro la grave atmosfera che si vive anche nel nostro contesto sociale cittadino.

Ricordiamo tutti lo slogan “Brindisi ai brindisini” oppure “Più di Prima”, vero? Ma credo che ognuno di noi possa affermare che quello siano state solo inutili parole per una campagna elettorale ipocrita. Abbiamo subito proclami, motti, frasi fatte, messe in scena, tagli di nastro a favore di telecamere e parole, forse troppe parole.

Per onesta tengo a precisare però che non è certamente tutta responsabilità dell’attuale Amministrazione, saremmo disonesti e pretestuosi a sostenerlo. Il passato aveva consegnato comunque un grosso fardello da gestire, il compito di un amministratore non è semplice, ma indubbiamente resta anche vero che si è visto ben poco impegno.

Chi ha sostenuto l’amministrazione Carluccio, dall’inizio alla fine, dentro e fuori Brindisi, non può quindi sottrarsi alla sua responsabilità politica e personale sulla situazione attuale. Una responsabilità che personalmente definisco pesante, rispetto alla quale non abbiamo visto nessuno scarto, nessuna riflessione reale, nessun passo innanzi da parte della pseudo maggioranza, anche davanti alle evidenti incapacità della gestione dell’amministratore.

Nessuno dei consiglieri comunali e degli sponsor politici legati al sindaco Carluccio è esente da queste colpe.

Abbiamo assistito con stupore agli avvenimenti degli ultimi mesi. Non per ultimo, la vicenda sul bilancio dove ci è parso che l’ex sindaco, più che risolvere il problema di un bilancio non sostenibile, ricercasse la scusa per una nuova crisi amministrativa: quattro cambi di Giunta, consiglieri comunali alla ricerca di maggiore visibilità, consiglieri che hanno piegato la nostra città ai propri interessi, un sindaco incapace di prendere di petto le situazioni critiche, continuamente sotto scacco di coloro che l’avrebbero dovuta sostenere.

Io credo che questa vicenda segni inevitabilmente la sconfitta della pseudo coalizione centrista e per la figura politica dell’avv. Angela Carluccio. A lei, alla sua persona, va il mio sostegno: posso immaginare lo stress con il quale ha dovuto combattere ogni giorno davanti alle sfacciate rivendicazioni del consiglio comunale. Questo mio sostegno, che non mai dato alla sua figura politica, la quale purtroppo è incompatibile con la mia personale visione, va alla persona: la nostra umanità deve comunque incontrarsi di fronte a queste verità amare, forse partire da una base, una squadra maggiore, chiara e leale non avrebbe portato a questi risultati; sono errori che si commettono. Le auguro una vita più tranquilla adesso, fuori dal palazzo di città.

Ho timore che le “metamorfosi politiche”, alla quali siamo stati spettatori non mancheranno di qui al prossimo appuntamento alle urne. I cambi di casacca, la ricerca del sostegno migliore per poter gestire un fantomatico potere, sono aumentati enormemente prima dell’elezione del sindaco Carluccio e si sono susseguite poi nell’arco di questi mesi, con tragicomiche apparizioni su telegiornali locali, articoli contradditori pubblicati online, punzecchiature negli ambienti del Comune e chiacchiere nelle piazze e nei bar.

Deve essere chiaro che nella politica di Brindisi non contano le idee lungimiranti, l’appartenenza ad una squadra che lavora con progettualità, la voglia di portare avanti un proposito comune: conta solo il “pacchetto di voti”. Ed ovviamente se è così che funziona non è solo colpa del politico improvvisato di turno, ma anche di chi lo sostiene. Riflettiamoci.
Siamo tutti responsabili di questa “commedia politica” fatta di attori dal calibro spicciolo, smaniosi di apparire davanti a telecamere e riflettori tradendo la loro stessa dignità, perché il nostro voto è stato il loro trampolino di lancio.

Come ho sempre detto armiamoci di un voto consapevole!
La Politica – P maiuscola volontariamente – è stata mortificata, come la nostra città. Ci hanno abituato ad una pantomima, una pseudo-politica, incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini, incapace di proiettare un modello di città. Una politica miope, incapace di proiettarsi oltre lo spazio dei singoli interessi, oltre del profitto a breve termine. Possiamo e dobbiamo comprendere le vocazioni ideali della nostra città e saperla guidare con competenza alla realizzazione piena di sé e di noi cittadini.

Brindisi è una città con un potenziale enorme, non ha nulla da invidiare ad altre città dell’Adriatico; ad altri porti del Mediterraneo. Ci rendiamo conto della grande storia che percorriamo passeggiando in centro? Siamo davvero consapevoli del potenziale del nostro scalo aeroportuale? Delle nostre strutture di svago, i nostri parchi o delle strutture sportive? Per non parlare del potenziale dei nostri cittadini: campioni sportivi, cervelli in fuga, professionisti affermati. Un bacino tanto fertile di produttività che bisogna esser ciechi e sordi per ignorarlo.

Noi ci siamo stati, noi ci siamo. Come tante altre associazioni, comitati spontanei e organizzati, o anche singoli cittadini appassionati come noi di questa città, noi abbiamo sempre cercato di denunciare, suggerire e promuovere il cambiamento. Non apparteniamo alla generazione del “tiriamo a campare”, guardiamo lontano, e cercheremo ancora di promuovere questa lungimiranza a chi ci è accanto, a chi assume la responsabilità della nostra amministrazione.

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