MATERIALE FERROSO EX ILVA – NIENTE RIUNIONE, MA LA NAVE CONTINUA A SCARICARE…

Niente più riunione in Autorità Portuale per decidere se autorizzare o meno lo scarico di carbone sulle banchine del porto di Brindisi, destinato al siderurgico Arcelor Mittal di Taranto. La rinuncia del colosso industriale ha fatto venir meno la necessità di raccogliere tutte le autorizzazioni richieste. Il carbone, come è noto, sarà sbarcato a Taranto. Il che, come già detto, rende incomprensibile la scelta iniziale di effettuare queste operazionio a 70 chilometri di distanza, con un enorme dispendio aggiuntivo rispetto allo scalo jonico. Si era fatto riferimento al sequestro delle banchine, ma evidentemente era un falso problema, visto che poi è stata individuata una soluzione praticabile. resta un mistero, invece, l’utilizzo del porto di Brindisi per lo scarico di minerale ferroso, sempre destinato all’ex Ilva. Come si evince dalla foto, la banchina del nostro porto ha già assunto un colorito rosso. Esattamente come le strade che si trovano intorno al siderurgico. Forse le operazioni di scarico dalla grande nave presente nel nostro porto da venerdì scorso avrebbero richiesto maggiori precauzioni dal punto di vista ambientale, ma è evidente che spetta alla Capitaneria verificare se vengono rispettati i parametri imposti a chi sta effettuando tali operazioni. Ovviamente è possitivo che si aggiungano operazioni nel porto di Brindisi, in quanto contribuisce ad alimentare l’economia di settore, ma il tutto deve avvenire con le garanzie necessarie.

Resta un mistero, invece, il motivo per cui lo scarico viene effettuato a Brindisi e non a Taranto, anche se le voci raccolte in ambito portuale ci aiutano a capire. A quanto pare, quando Arcelor Mittal fa scaricare il ferro a Taranto (nonostante lo stabilimento si trovi a pochissima distanza dal porto) il costo a tonnellata pagato a chi effettua le operazioni di scarico e di trasporto è superiore a quello applicato per lo scarico e per il trasporto fino a Taranto (quindi con una percorrenza aggiuntiva di ben 140 chilometri). Insomma, per il colosso siderurgico sarebbe molto più conveniente scaricare a Brindisi e non a casa propria. Quello che ci ostiniamo a non voler comprendere è il motivo per cui gli imprenditori che operano a Brindisi non riescono a imporsi, evitando di svendere le proprie prestazioni.

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