MARTIN SCORSESE TORNA NELLE SALE CON UN VERO CAPOLAVORO


Il ritorno di Martin Scorsese con il suo ultimo lavoro, il film “Killers of the Flower Moon”, nelle sale da giovedì 19 ottobre 2023, è stato accolto con entusiasmo e tanta curiosità e, sinceramente, le aspettative non sono state deluse. Scorsese, un grande del cinema che ci ha abituato a proiezioni che hanno lasciato sempre un segno indelebile, come:”The Irishman”, “The Aviator”, “Silence”, “Il colore dei soldi”, “Gangs of New York”, giusto per citarne alcuni. Il film era stato presentato a Cannes a maggio e, finora, ha ricevuto molteplici recensioni positive. Un film della durata di 3 ore e 26 minuti difficilmente viene accolto positivamente e, invece, la trama riesce a stupire e a tenere viva l’attenzione dello spettatore per tutta la durata. Un film drammatico, una pagina di storia terribile, sconosciuta ai più. L’autore racconta lo sterminio degli Osage, una tragedia violenta e reale, dal libro inchiesta del giornalista David Grann, “Gli assassini della Terra rossa”. All’inizio del XX secolo la tribù di nativi americani Osage diventò improvvisamente ricca in seguito alla scoperta di un grande giacimento di petrolio nella terra che gli era stata assegnata. Questa situazione, purtroppo, attirò l’attenzione dei bianchi che cominciarono subito a progettare azioni terribili per impossessarsi delle ricchezze di questo popolo che si era trovato, improvvisamente, a gestire una situazione inaspettata e pericolosa. Tante le morti sospette e persino le tombe venivano oltraggiate per rubare i gioielli. Crudeltà e indifferenza con la assurda presunzione di ritenere gli Indiani esseri inferiori da potere sacrificare per i propri scopi. Molto crude alcune scene che sono riuscite a fare comprendere realmente la situazione, rivelando la completa assenza di pietà e rispetto per il genere umano. Strepitosi e convincenti gli attori: Robert De Niro, il finto benefattore William Hale, il “re” che trama alle spalle degli Osage, tradendoli per inseguire i suoi scopi; Leonardo DiCaprio, il nipote Ernest che ripete più volte “amo i soldi” e per ottenerli si macchia di azioni ripugnanti; Lily Glandstone, Mollie, la donna che Ernest sposa e ama realmente, a modo suo, non rinunciando però a rendersi protagonista di scelleratezze. Un film-documento che narra al mondo lo sterminio degli Osage, rivelando così il volto più violento dell’America. C’è un dialogo, in particolare, che avviene tra un mandante e un sicario:”Devi uccidere un uomo”-“io non uccido nessuno”-“ma è un indiano!”-“allora si può fare!”, un dialogo che risulta pienamente esplicativo per evidenziare la violenza, il razzismo, la spietata logica del profitto, tutto il male che ha dominato la nascita degli Stati Uniti. Interessante ed inaspettato il finale con un imperdibile cameo dello stesso Martin Scorsese che partecipa, in prima persona, ad una scena in cui una troupe di rumoristi è intenta a narrare la storia degli Osage con uno stile particolare di un programma radiofonico degli anni ’20 o ’30. Il film è un esempio di cinema ad alti livelli, un cinema che coinvolge e appassiona, con una ricerca fotografica veramente entusiasmante e con attori che sono riusciti in un’impresa epica, regalando dialoghi intensi ed immedesimandosi completamente nel racconto che è stato girato dove gli Osage vivono ancora oggi. Un capolavoro assolutamente imperdibile. Anna Consales

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