Macchia: «Centro grandi ustioni, lavori in ritardo per un deposito pericoloso, a rischio l’ospedale e gli stessi finanziamenti per completare l’opera. Sanità allo sbando»
Un deposito di materiali altamente infiammabili blocca da mesi la realizzazione di una cabina elettrica da costruire nel Centro Grandi Ustioni dell’ospedale Perrino di Brindisi. E’ l’ennesimo ritardo che si registra in materia di “edilizia sanitaria” da parte della Asl di Brindisi per la quale il rispetto dei tempi nella realizzazione di opere sembra ormai al di fuori della portata, dal momento che la gestione dell’area tecnica sembra non riuscire a governare nemmeno problemi di «ordinaria amministrazione».
Nel caso particolare, già nel 2015 è stato approvato il progetto per la realizzazione di una cabina elettrica posta al Padiglione D2/Piano – 2 dell’ospedale Perrino. Lo scorso novembre sono stati aggiornati gli importi necessari per la ripresa del cantiere per l’ammodernamento del Centro Grandi ustioni e nonostante i tempi stringenti – «legati al vincolo di finanziamento economico della Regione» -, l’inizio dei lavori che sarebbe dovuto avvenire entro i primi giorni di gennaio 2023 resta ancora al palo.
Il problema – si evince dalla documentazione presente – è dato dal fatto che in uno dei locali del Padiglione D2 dell’ospedale Perrino è stato creato un deposito per cui i lavori per la costruzione della cabina elettrica non possono partire. La cabina elettrica, peraltro, non potrebbe nemmeno essere installata altrove. Non solo, a bloccare i lavori è un deposito contenente materiale altamente infiammabile e quindi pericoloso per la stessa struttura ospedaliera.
Nonostante dei sopralluoghi effettuati già lo scorso dicembre e reiterate richieste ai responsabili dell’Area Gestione Tecnica della Asl per lo spostamento del deposito e l’individuazione di soluzioni alternative per la sua allocazione però, ancora nulla si è mosso.
Il Centro Grandi Ustioni è un fiore all’occhiello dell’ospedale Perrino di Brindisi e un punto di riferimento per l’intero Mezzogiorno in materia di erogazione di prestazioni sanitarie grazie al lavoro svolto per oltre trent’anni da bravissimi professionisti. Cosa si aspetta a farlo ripartire?
Cosa osta all’Area Tecnica trovare in tempi brevi una soluzione che consenta ai lavori di ripartire pena la perdita dei fondi e quindi l’adeguamento di un reparto fondamentale per l’ospedale Perrino?
Già nel recente passato la Camera del lavoro di Brindisi ha passato in rassegna tutte le carenze in materia di edilizia sanitaria da parte di questa Asl Br. Non vorremmo si ripetesse un «film già visto» come nel caso dell’ospedale Camberlingo, dove per i ritardi nell’assegnazione dei lavori la Asl, chiamata in causa dall’impresa che doveva eseguirli, ha dovuto chiudere un contenzioso sperperando 900mila euro di risorse pubbliche.
La Cgil di Brindisi ritiene inaccettabile questa situazione in cui emerge ancora una volta la totale incapacità nella gestione di una situazione per cui, oltre a impedire il pieno recupero alla totale efficienza di un reparto strategico, si registrano ritardi ingiustificabili che possono mettere anche a rischio la perdita di importanti finanziamenti e lo stesso ospedale dal punto di vista della sua sicurezza, dal momento che esiste un deposito di materiale infiammabile.
Continueremo a monitorare questa intollerabile situazione e chiediamo alla Asl di risolvere questo problema dando impulso a chi di dovere per consentire un immediato e pieno recupero del Centro Grandi Ustioni, evitando di perdere finanziamenti e restituendo all’ospedale Perrino la sicurezza dovuta a questa struttura.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi