Gli Stati membri non possono imporre limitazioni alla coltivazione della canapa industriale, lo dice la Corte di Giustizia europea
Macchia (Cgil): «Il governo italiano ritiri l’Articolo 18 del DDL Sicurezza, una norma ideologica che danneggia un settore strategico»
La recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, emessa il 4 ottobre 2024, segna un momento cruciale per il settore della canapa industriale. La Corte ha stabilito che gli Stati membri non possono imporre restrizioni alla coltivazione della canapa industriale, inclusa la coltivazione indoor e la produzione di infiorescenze, a meno che tali misure non siano supportate da prove scientifiche concrete che dimostrino un rischio per la salute pubblica. Questo pronunciamento conferma una volta per tutte la libertà di coltivazione e commercializzazione della canapa industriale all’interno dell’Unione Europea.
Tale sentenza rende chiaro che l’inclusione delle infiorescenze di canapa industriale tra i prodotti vietati, come proposto dall’Articolo 18 del DDL Sicurezza in discussione in Italia, sarebbe in netto contrasto con il diritto europeo. Non ci sono basi scientifiche a sostegno di queste restrizioni e il governo italiano dovrebbe prenderne atto. La CGIL di Brindisi si è sempre opposta fermamente a questa norma ideologica e priva di fondamenti concreti, che rischia di distruggere un settore agricolo strategico per la nostra economia, soprattutto in aree come il Salento e la nostra provincia di Brindisi.
A Brindisi, sono 61 le aziende attive nel settore della canapa industriale, mentre in tutto il Salento si contano centinaia di produttori. Questi imprenditori rappresentano una risorsa fondamentale per il territorio, generando occupazione e favorendo la sostenibilità economica e ambientale. La canapa industriale non è solo un prodotto agricolo, ma una vera e propria opportunità per l’innovazione, capace di coniugare tradizione e sviluppo economico.
Il DDL Sicurezza, con l’Articolo 18 che propone di vietare la commercializzazione delle infiorescenze di canapa, è una misura totalmente fuori luogo e dannosa. Questa norma ignora completamente i successi e le prospettive di un settore che, negli ultimi anni, ha visto una crescita costante, portando occupazione e ricchezza non solo nelle aree rurali ma in tutto il Paese. Il tentativo di ostacolare la coltivazione e la vendita delle infiorescenze rappresenta un grave danno per i produttori italiani e per le migliaia di famiglie che dipendono da questo comparto. È un attacco ingiustificato che non trova alcun supporto né scientifico né giuridico.
Con la sentenza della Corte di Giustizia Europea, arriva un messaggio chiaro e di speranza per il futuro della canapa industriale in Italia. Questa decisione conferma la necessità di abbandonare le politiche ideologiche che non trovano riscontro nella realtà economica e scientifica. La CGIL di Brindisi ribadisce il proprio impegno nel difendere il settore e chiede al governo di ritirare immediatamente l’Articolo 18 del DDL Sicurezza. È ora di guardare al futuro e di sostenere chi lavora legalmente, rispettando le normative europee e contribuendo al benessere del nostro territorio.
La Corte di Giustizia ha aperto la strada a una filiera della canapa industriale solida, innovativa e in pieno sviluppo. Il governo italiano non può permettersi di ignorare questa realtà e deve rivedere la propria posizione. La richiesta è chiara: ritirate l’Articolo 18 e sostenete un settore che rappresenta una parte importante della nostra economia agricola. Il futuro della canapa industriale è fatto di lavoro, innovazione e sostenibilità. È un’opportunità che non possiamo perdere.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi